L’intervento del sindacato OCST permette ai frontalieri di tirare un piccolo sospiro di sollievo. 

 

Settimana scorsa il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, in concertazione con il Ministero della Salute, avevano approvato il Decreto Legge n. 120 dal contenuto potenzialmente molto pericoloso per i frontalieri. Il Decreto prevedeva infatti che “al fine di contrastare il diffondersi dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 tutte le persone fisiche in entrata in Italia, tramite trasporto aereo, ferroviario, marittimo e stradale, anche se asintomatiche, sono obbligate a comunicare immediatamente il proprio ingresso in Italia al Dipartimento di prevenzione dell’azienda sanitaria competente per territorio, e sono sottoposte alla sorveglianza sanitaria e all’isolamento fiduciario per un periodo di quattordici giorni”.

Il Decreto prevedeva un’unica eccezione per quei professionisti che entravano in Italia per compiere missioni di lavoro per un tempo non superiore alle 72 ore. Tradotto in parole povere: prendendo alla lettera il Decreto, tutti i frontalieri al loro rientro in Italia avrebbero dovuto contattare gli uffici dell’Assistenza Sanitaria Territoriale per segnalare il loro rientro e farsi mettere in quarantena per quattordici giorni!

Il nostro sindacato si è subito mosso con le Istituzioni competenti per impedire che venissero messe in atto misure simili e per chiedere che nel Decreto venisse inserita una deroga particolare per i frontalieri. In tempi rapidi abbiamo quindi scritto una lettera al Ministero degli Esteri per il tramite del CGIE e abbiamo preso contatto con l’Ambasciata Svizzera in Italia.

Grazie a queste azioni il Governo italiano si è accorto del malinteso che si era generato e, grazie all’emendamento presentato dal senatore Alessandro Alfieri, si è fatta ora chiarezza: le disposizioni del Decreto n. 120 “non si applicano ai lavoratori transfrontalieri in ingresso e in uscita dal territorio nazionale per comprovati motivi di lavoro e per il conseguente rientro nella propria residenza, abitazione o dimora”. La mobilità dei frontalieri è quindi ancora garantita.

Continua nel frattempo la lotta del nostro sindacato affinché in Canton Ticino possano trovare piena applicazione le norme introdotte dal Consiglio di Stato: si fermino tutte le attività non strettamente essenziali e si metta davanti a tutto la salute delle lavoratrici e dei lavoratori. A questo scopo, nella giornata di ieri il Consiglio federale ha proclamato nuove misure economiche molto importanti per il sostegno alle imprese e ai liberi professionisti che decideranno di fermare la propria attività. Il nostro sindacato le accoglie con grande favore.