Si è da poco concluso a Ligornetto il vertice tra il Ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio e il Capo degli Affari Esteri svizzero Ignazio Cassis. All’incontro erano presenti anche le più alte autorità cantonali.
I due politici hanno parlato di vari temi di attualità legati al rapporto tra i due Stati, dal turismo alla collaborazione sul piano economico fino ad arrivare alla situazione dei lavoratori frontalieri.
In particolare da parte del Consiglio di Stato ticinese è arrivata nuovamente la richiesta di procedere in tempi rapidi alla firma dell’Accordo fiscale negoziato nel 2015 ma mai ratificato. Ricordiamo che questo Accordo prevedrebbe in estrema sostanza la tassazione del reddito da lavoro dei frontalieri in Italia (con un incremento d’imposta molto importante) e la cessazione del meccanismo dei ristorni ai Comuni di frontiera.
 
Da parte sua il Ministro italiano si è limitato ad una presa d’impegno interlocutoria ribadendo la volontà di riprendere in mano il dossier dopo che sarà finita l’emergenza Covid-19 per studiare soluzioni concrete volte a risolvere l’impasse creatasi.
I sindacati nelle scorse settimane hanno già contattato le autorità competenti (compreso lo stesso Ministero degli Esteri) per richiedere di essere coinvolti attivamente nelle discussioni. Come già comunicato in tempi recenti, abbiamo anche ribadito la nostra contrarietà all’Accordo del 2015 (che impatterebbe in modo rovinoso sui lavoratori e sui Comuni).
 
Durante il vertice si è poi discusso del tema del telelavoro (home office), uno strumento a cui molti frontalieri stanno facendo ricorso in questi mesi per arginare l’emergenza Covid-19. A questo scopo il nostro sindacato già in aprile aveva richiesto ai Ministeri competenti di sospendere per il 2020 il limite temporale del 25% dell’orario annuo di lavoro che normalmente regola l’attività svolta dai frontalieri da remoto in Italia. In base infatti ai Regolamenti comunitari, superando questa soglia i lavoratori e le aziende incapperebbero in complicazioni di natura previdenziale, assicurativa e fiscale (vedi articolo del 28 maggio 2020 sul giornale Il Lavoro). L’auspicio è che l’annuncio ufficiale di questa intesa possa giungere a breve.