Il comitato cantonale edili OCST si è riunito in assemblea straordinaria ieri sera a Noranco per fare il punto della situazione sulle trattative del Contratto Nazionale Mantello dell’edilizia principale in scadenza a fine anno.

 Tre i temi che hanno animato le discussioni: il risanamento del fondo di pensionamento anticipato PEAN, l’aumento salariale e la gestione dell’orario di lavoro.

PEAN

Ad avvio di trattativa, la SSIC-CH aveva posto delle condizioni provocatorie e inaccettabili per risanare il fondo settoriale di pensionamento anticipato a 60 anni, a rischio di sottocopertura a partire dal 2020 per effetto dei “baby boomer’s”, futuri prepensionandi. In particolare, si chiedeva di innalzare l’età di pensionamento a 61 risp. 62 anni, procedere a decurtazione delle rendite sino al 20% e – in ogni caso – escludendo l’ipotesi di un aumento del contributo dei datori di lavoro e addebitando ai lavoratori un aumento moderato nell’ordine dello 0.5%. Si ricorda che allo stato attuale il fondo è sostenuto dai contributi versati in ragione del 1.5% dei lavoratori e del 5.5% dei datori di lavoro. In occasione dell’incontro di trattativa dello scorso 23 agosto 2018, la SSIC-CH ha ricalibrato il tiro e ha proposto un piano di risanamento che garantisca il diritto ad andare in pensione anticipata a 60 anni ed un taglio moderato (- 5%) delle rendite erogate continuando però a negare una propria disponibilità a partecipare al suo finanziamento con un maggior contributo.

Il comitato edili OCST esprime soddisfazione nel constatare come questo cambiamento di rotta degli impresari ponga le basi per una soluzione equilibrata e sostenibile.

AUMENTO SALARIALE

La SSIC-CH propone un aumento salariale di fr. 150.—al mese per tutti i lavoratori e sui minimi salariale a partire dal 1. gennaio 2019 ed escludendo ulteriori aumenti nei quattro anni successivi della durata del CNM.

Il comitato edili OCST  saluta questa apertura favorevolmente nella misura in cui va a compensare in parte la perdita del potere d’acquisto accumulata negli ultimi 4 anni di mancati aumenti salariali. Chiede non di meno di non escludere, negli anni a seguire, una negoziazione puntuale sulla base dell’evoluzione dell’indice dei prezzi (carovita), del mercato e della situazione economica in generale.

ORARIO DI LAVORO

La proposta degli impresari costruttori di “liberalizzare” la gestione del tempo di lavoro secondo i principi dell’annualizzazione dell’orario non trova l’accordo dei delegati OCST. Gli impresari, ecco in sintesi la proposta, garantiscono il pagamento del salario sulla base delle 2112 ore annuali, variando però l’orario a piacimento nei limiti delle 50/52.5 ore settimanali e 10 ore giornaliere, abolendo il supplemento del 25% degli straordinari e potendo accedere al lavoro al sabato senza supplementi e autorizzazioni particolari. Il tutto, variando l’orario nei limiti di una enorme flessibilità collocata tra le “meno 100 ore e più 200 ore annuali”.

Il comitato edili OCST respinge con sdegno questa proposta: tale modello di gestione dell’orario e della flessibilità non farebbe null’altro che peggiorare la situazione del mercato edile e delle condizioni personali dei lavoratori. Già ora, con norme restrittive concordate, il controllo dell’orario di lavoro è estremamente difficile e provoca abusi e concorrenza sleale tra imprese. Codificare in questo modo l’orario di lavoro significherebbe codificare, legalizzandolo, il caos già ora esistente. Inoltre, un carico eccessivo di ore (10 e più ore giornaliere) durante i mesi “caldi” e produttivi (da aprile a settembre, ivi compresi i periodi di canicola) non farebbe altro che mettere a rischio pericolosamente la salute dei lavoratori e la propria attenzione nello svolgere l’attività, condizioni di lavoro che aumenterebbero anche il rischio di infortuni. Con una flessibilità di questo genere (-100/+200), dove il datore di lavoro può variare la durata di lavoro “alla mattina per la sera”, anche la qualità di vita e le relazioni famigliari e personali dei lavoratori verrebbero annullate. I membri di comitato si esprimono dunque per un eventuale cambiamento di sistema di flessibilità all’unica condizione che, con limiti giornalieri e settimanali chiari, non si dia spazio a degenerazioni e abusi sui cantieri.

 

Retrocessione di categoria

Un no categorico è stato espresso anche contro la proposta della SSIC-CH di poter retrocedere, in caso di licenziamento e assunzione presso un altro datore di lavoro, retrocedere i lavoratori dalla categoria A alla categoria B. Quello che sarebbe un evidente regalo alle agenzie interinali di collocamento rappresenta altresì un atto di disprezzo e di scarsa considerazione verso i lavoratori che sul campo si sono guadagnati la propria classificazione salariale. 

Il comitato cantonale edili OCST chiede alle delegazioni sindacali al tavolo delle trattative di mettere tutto il peso sul prossimo incontro di negoziazione nazionale previsto il giorno 11 settembre 2018. Dagli impresari costruttori si attende maggiore attenzione nell’inquadrare contrattualmente – anche nei propri diretti interessi di concorrenza – delle soluzioni equilibrate che non offendano la dignità, i diritti e la salute dei propri collaboratori.

Attende pertanto dagli impresari costruttori una attitudine diversa nelle trattative e, caso contrario, si dichiarano pronti a mobilitarsi per il proprio CNM.