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Rinnovato il contratto collettivo di lavoro di AET

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01 Giugno 2022
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La Direzione dell’Azienda Elettrica Ticinese (AET) e i rappresentanti dell’Organizzazione Cristiano-Sociale del Cantone Ticino (OCST) e del Sindacato svizzero dei servizi pubblici (VPOD) hanno siglato il nuovo contratto collettivo di lavoro per il personale di AET, valido per il periodo 2022 – 2026.

Sin dal 2002 il personale di AET soggiace al suo specifico contratto collettivo di lavoro, che definisce le condizioni di lavoro quadro per tutto il personale dell’azienda. Al 01.01.2022 AET occupava 311 dipendenti (equivalenti a 291 posti a tempo pieno), di cui 45 apprendisti ripartiti su 9 diverse professioni.

La trattativa per il rinnovo del contratto ha coinvolto la Direzione di AET da una parte ed i sindacati OCST e VPOD, unitamente alla Commissione dipendenti AET, dall’altra parte. La trattativa ha avuto luogo in un clima costruttivo, improntato alla massima collaborazione. Fra gli aggiornamenti del nuovo contratto si rilevano l’innalzamento dello stipendio minimo a CHF 4'000 mensili (per tredici mensilità), il congedo paternità di 12 giorni lavorativi anche nei casi di adozione e la formalizzazione ufficiale del telelavoro. In relazione alla flessibilità ed alla compensazione dei tempi di lavoro, nel nuovo contratto sono state considerate le esperienze acquisite nel corso della pandemia.

Tutti i dipendenti assoggettati al contratto collettivo di lavoro sono stati coinvolti nel voto di approvazione del nuovo contratto, avvenuto alla fine del 2021: la votazione ha avuto luogo in modalità digitale, con garanzia di anonimità. La larghissima maggioranza di coloro che si sono espressi ha approvato il rinnovo del contratto.

I rappresentanti di OCST e VPOD, unitamente alla Direzione e al Consiglio di amministrazione di AET, esprimono soddisfazione per il rinnovo del contratto collettivo di lavoro.

I delegati e le delegate di Travail.Suisse chiedono pensioni eque e consistenti aumenti salariali

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28 Aprile 2022
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I delegati e le delegate di Travail.Suisse, l'organizzazione mantello indipendente dei lavoratori e delle lavoratrici, hanno preteso nel corso dell’assemblea del 27 aprile, pensioni eque per le donne, consistenti aumenti salariali per tutti i lavoratori e le lavoratrici e un'offensiva di formazione continua. La crescente inflazione e l'andamento dei salari sono stati i temi trattati dal presidente della Banca nazionale, Thomas Jordan.

Durante l’Assemblea dei delegati e delle delegate, il presidente Adrian Wüthrich ha sottolineato quanto siano importanti nella situazione attuale i sindacati e le associazioni del personale per i lavoratori e le lavoratrici. Le discussioni riguardo le pensioni, la legge sul lavoro e la crescente inflazione dimostrano inequivocabilmente che il loro impegno è più che mai necessario affinché tutti possano beneficiare del successo economico. In questo senso, i circa 60 delegati e delegate hanno accolto all'unanimità tre risoluzioni per il bene dei lavoratori e delle lavoratrici.

Garantire il potere d'acquisto - aumentare significativamente i salari
Negli ultimi mesi, l'inflazione ha raggiunto picchi mai visti negli ultimi 14 anni. Per mitigarla, è urgente concedere consistenti aumenti salariali a tutti i lavoratori e lavoratrici. Sono necessari aumenti salariali maggiori per coloro che hanno salari medi e bassi, essendo loro particolarmente colpiti dagli aumenti dei prezzi. Questo è l'unico modo per garantire il potere d'acquisto. Thomas Bauer, responsabile della politica economica, ha dichiarato: “L'anno scorso la produttività è aumentata in modo significativo in diversi settori. Di conseguenza c'è un notevole margine di manovra per gli aumenti salariali”.

Nel suo discorso, il presidente della Banca nazionale Thomas Jordan ha sottolineato l'importanza del partenariato sociale e ha ringraziato i delegati e le delegate di Travail.Suisse per il loro importante contributo. “Il partenariato sociale consente alle aziende di trovare soluzioni in situazioni difficili e di rimanere competitive”.

Pensioni eque per le donne
Con un'ampia alleanza, Travail.Suisse ha promosso con successo il referendum contro l'ultima riforma AVS. L'AVS viene riformata quasi esclusivamente sulle spalle delle donne, nonostante “il divario pensionistico” di genere (gender pension gap) tra donne e uomini sia di un terzo. Ma non è tutto: ora il Parlamento vuole imporre una riforma della previdenza professionale che porterà a una massiccia riduzione delle pensioni, sia per le donne che per gli uomini. Ancora una volta, le classi con reddito più basso sarebbero particolarmente colpite. Eppure il compromesso delle parti sociali riguardo la LPP sarebbe una proposta attuabile e stabile. La consigliera nazionale Léonore Porchet, vicepresidente di Travail.Suisse, lo afferma chiaramente: “È necessario raggiungere sia la parità salariale che pensionistica perché tutti i lavoratori e tutte le lavoratrici meritano una pensione dignitosa”.

Formazione continua per tutti
Il “Barometro delle Condizioni di lavoro” di Travail.Suisse mostra anno dopo anno che le persone scarsamente qualificate, le donne, i migranti e i lavoratori part-time sono chiaramente discriminati quando si tratta di formazione continua. Solo la metà dei lavoratori e delle lavoratrici è incoraggiata dal proprio datore di lavoro a seguire una formazione continua. Di conseguenza per loro diminuiscono le opportunità sul mercato del lavoro. Gabriel Fischer, responsabile della politica della formazione afferma: «Travail.Suisse chiede alla politica e ai datori di lavoro di impegnarsi fortemente a favore della formazione continua. C'è un urgente bisogno di capire che mantenere l'occupabilità di tutti i lavoratori e di tutte le lavoratrici è una responsabilità dell’intera società”.

151'782 firme: un forte segnale contro lo smantellamento dell’AVS!

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25 Marzo 2022
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Un’ampia alleanza deposita le firme contro l’innalzamento dell’età di pensionamento.

L’alleanza referendaria ha consegnato oggi, venerdì 25 marzo, alla Cancelleria federale più di 150’000 firme contro la riforma AVS 21. Grazie ad un’eccezionale mobilitazione, è riuscita a raccogliere prima del termine tre volte le firme necessarie! Questa ampia alleanza può quindi lanciare un segnale forte contro un progetto di smantellamento che mira a risparmiare circa 10 miliardi di franchi sulle spalle delle donne.

Le donne subiscono già ora una perdita di rendita di circa un terzo rispetto agli uomini. Per questo è totalmente inaccettabile peggiorare ancor di più la loro situazione al pensionamento. Ma questo non è l’unico problema: AVS 21 è la prima tappa di un piano di lungo respiro che mira a smantellare la previdenza vecchiaia. L’idea è questa: aumentare per tutti l’età di pensionamento almeno a 66 anni. Anche nel secondo pilastro è previsto un progetto di riduzione delle prestazioni pensato soprattutto nell’interesse delle persone che guadagnano di più e favorevole alle banche e alle assicurazioni.

In altre parole: si dovrà lavorare di più per una rendita più bassa. La banche e le assicurazioni hanno tutto l’interesse ad indebolire l’AVS, sulla quale non guadagnano, e a sviluppare invece la previdenza privata, molto più lucrativa. Ma la stragrande maggioranza delle persone che lavorano beneficiano di un’AVS forte, non di un 3° pilastro, troppo costoso. Una ragione in più per fermare ora questo progetto con un secco NO ad AVS 21. 

Un finanziamento solido dell’AVS, per esempio facendo capo agli utili della Banca nazionale, è essenziale per scongiurare l’aumento dell’età di pensionamento.

Il grande successo di questa raccolta firme è un forte segnale del sostegno di cui questo referendum gode.

Il Consiglio nazionale rifiuta di migliorare la protezione contro il licenziamento abusivo

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16 Marzo 2022
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Le lavoratrici e i lavoratori non saranno maggiormente protetti contro il licenziamento abusivo. Il Consiglio nazionale ha rifiutato l’iniziativa in questo senso del Canton Ticino. L’iniziativa voleva che la cosiddetta “disdetta per sostituzione”, con la quale il lavoratore precedente viene sostituito da un altro con pari qualifiche, ma meno costoso, venisse definita abusiva. Per Travail.Suisse, questa decisione del Consiglio nazionale è incomprensibile.

Il Consiglio nazionale oggi si è pronunciato contro l’iniziativa del Canton Ticino. Questa voleva ancorare al Codice delle obbligazioni una migliore protezione dal licenziamento: le disdette di lavoratori che vengono sostituiti da altri con pari qualifiche, ma salari più bassi, le cosiddette disdette per sostituzione, sarebbero state considerare abusive; lo stesso per quelle ricevute dai lavoratori che non sono disposti ad accettare riduzioni del salario con una disdetta del contratto precedente.

Questa proposta mirava ad affiancare alle misure di accompagnamento una regolamentazione più efficace. “L’iniziativa ticinese sarebbe stata un passo avanti per molti, ha detto Thomas Bauer, responsabile della politica economica per Travail.Suisse. Il Consiglio nazionale ha perso un’occasione per introdurre un’integrazione interessante alla protezione dal licenziamento”.

Secondo Giorgio Fonio, segretario regionale OCST Mendrisiotto, “questa era un’iniziativa che voleva tutelare le lavoratrici e i lavoratori nel momento in cui nel Canton Ticino sono evidenti l’effetto sostituzione e la pressione sui salari. Dispiace che il Parlamento nazionale non abbia colto l’importanza di questo tema”.

Il comunicato in francese>>

Fiaccolata per la pace e la solidarietà internazionale

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04 Marzo 2022
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OCST vi invita a partecipare alla Fiaccolata per la pace e la solidarietà internazionale che si terrà domenica 6 marzo e partirà alle ore 20.00 da Piazzale Stazione a Bellinzona.

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Annullamento dell’appuntamento fissato alle 14 sotto la sede Divoora di Breganzona

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03 Febbraio 2022
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Alle 14.00 di oggi era prevista la consegna delle firme raccolte tramite la petizione in favore dei dipendenti di Divoora. Più di 2200 persone hanno aderito in una sola settimana, dando il loro appoggio ai rider e alle loro rivendicazioni.

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Una petizione a sostegno delle rivendicazioni dei lavoratori di Divoora

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27 Gennaio 2022
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Immediato e pieno riconoscimento del tempo di lavoro, remunerazione di ogni ora effettivamente lavorata, pianificazione dell'orario di lavoro con garanzie minime, un sistema di rimborso spese corretto per l'utilizzo del veicolo privato e una copertura assicurativa del guadagno in caso di malattia. Queste le rivendicazioni contenute in una petizione lanciata dalle lavoratrici e dai lavoratori di Divoora con il sostegno dei sindacati OCST e Unia.

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Autolinea Mendrisiense: rinnovo del CCL fino al 31.12.2024

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24 Gennaio 2022
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Un Contratto collettivo di lavoro (CCL) solido e garante di buone condizioni di lavoro.

Insieme ai partner sociali OCST (Organizzazione cristiano sociale) e SEV (Sindacato del personale dei trasporti), AMSA ha negoziato il rinnovo del CCL, che sarà valido per i prossimi 3 anni. Un passo importante per l’azienda, come pure per le collaboratrici ed i collaboratori che si impegnano giornalmente per assicurare un servizio ottimale all’utenza di tutto il Mendrisiotto.

In un’epoca di grandi pressioni sul mercato del lavoro e di grandi sfide nel settore del trasporto pubblico - sempre più sollecitato - il rinnovo del CCL offre importanti garanzie sociali e salariali.

Il difficile periodo che stiamo vivendo, dettato dai ritmi della pandemia, ha dimostrato quanto il trasporto pubblico rappresenti un servizio di base irrinunciabile ed essenziale per la nostra società ed il nostro territorio.

Il nuovo CCL sarà pertanto garante di stabilità e continuità anche per i prossimi anni, per l’azienda stessa e per il personale che risulta tutto residente nel Mendrisiotto.

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