A quasi quarant’anni dall’introduzione dell’articolo costituzionale che impone il rispetto della parità dei sessi e a quasi venticinque anni dall’entrata in vigore della Legge sulla parità, poco è cambiato. 

Questi due testi legali negli anni si sono rivelati poco efficaci perché enunciano principi senza pretendere azioni concrete. La riforma dello scorso anno votata dal Parlamento purtroppo va nella stessa direzione: prevede per le aziende con più di cento dipendenti l’obbligo di verificare l’applicazione della parità in azienda. Il risultato è deludente per varie ragioni: innanzitutto non sono previste sanzioni per gli inadempienti. In secondo luogo vengono escluse le aziende che impiegano fino 99 dipendenti allorché, grazie agli strumenti oggi esistenti, come Logib, messo a disposizione gratuitamente dalla Confederazione, possono facilmente compiere questo importante passo a partire dai 50 impiegati. Questa scelta è deleteria in Ticino, dove le piccole e medie imprese sono la maggioranza. In terzo luogo viene sancito l’obbligo di verifica della parità, ma non di mettere in atto misure di correzione delle anomalie verificate. La durata di questo obbligo è inoltre limitata nel tempo.
 
La legge, che entra in vigore il 1. luglio 2020 e dà tempo alle aziende fino al prossimo anno per adeguarsi, prevede anche che i dipendenti debbano essere informati sui risultati dell’analisi.
 
 
Una lista bianca per le aziende virtuose
 
Travail.Suisse, OCST e gli altri sindacati membri, ritengono che sia necessario fare di più: è ciò che hanno chiesto a gran voce le donne nello sciopero nazionale del 14 giugno 2019 e nelle manifestazioni, più contenute a causa della pandemia, di quest’anno.
 
Il progetto Respect 8.3 è nato proprio per sostenere la parità e compensare le lacune della legge. Si tratta di una piattaforma web che ha in primo luogo l’obiettivo di informare dipendenti e aziende su quanto richiesto dalla legge, valorizzare le aziende virtuose che si impegnano più di quanto loro richiesto e indurre le inadempienti ad andare nella giusta direzione.
 
A partire da domani sarà attiva una lista bianca per le aziende virtuose, cioè quelle che hanno applicato i dettami della legge o che, pur avendo tra 50 e 100 dipendenti, hanno verificato volontariamente l’attuazione della parità nonostante non fossero obbligate a farlo. La piattaforma Respect8-3.ch permette a queste aziende virtuose di apparire pubblicamente nella lista bianca e quindi mostrarsi come pioniere nell’ambito della parità.
 
In un momento nel quale non è facile reperire profili qualificati nelle nostre aziende, e la responsabilità sociale è sempre più tenuta in buona considerazione tra i consumatori e gli investitori, si tratta di uno strumento importante e da valorizzare per mostrare al pubblico il proprio impegno.
 
 
Un accompagnamento nella giusta direzione
 
La piattaforma dà inoltre alle dipendenti e ai dipendenti la possibilità di segnalare l’inadempienza della propria azienda. Questo consentirà di avviare un processo che prevedrà una serie di contatti con l’azienda per informare e mettere a disposizione le competenze e gli strumenti necessari all’adempimento della legge. Nel caso in cui ciò non fosse possibile, l’azienda verrà inserita in una lista nera, con l’obiettivo di indurre verso l’applicazione della legge. La lista nera, nel rispetto delle prescrizioni legali, sarà attiva a partire dal primo luglio 2021, ovvero dopo un anno dall’entrata in vigore della riforma legale.
 
L’OCST è fin da subito disponibile per informare ed accompagnare i dipendenti, le commissioni del personale e le aziende su quanto previsto a partire da domani ai sensi della Legge sulla parità.
 
 
Perché è urgente intervenire?
 
La disparità salariale tra uomo e donna è un’ingiustizia che si perpetua da troppo tempo. In generale in Svizzera si mostrano piccoli passi avanti, seppur troppo limitati. In Ticino purtroppo, alle notizie negative che hanno messo in luce una diminuzione dei salari, possiamo aggiungere anche quella che la disparità nel settore privato dal 2014 al 2018  è aumentata passando dal 15,8% al 17,3% (ultimo dato disponibile a partire da aprile di quest’anno). Un fatto inaccettabile. Se in Svizzera in generale è necessario un intervento deciso perché i passi avanti sono troppo limitati, in Ticino stiamo assistendo ad una marcia indietro preoccupante.
 
Bisogna inoltre considerare che nel nostro Cantone solo 1,3% delle aziende supera i 50 dipendenti. Queste aziende occupano un terzo delle lavoratrici e dei lavoratori in Ticino. Ecco allora come si dimostra essenziale poter coinvolgere nel progetto quante più aziende possibile anche quelle che, pur non avendo l’obbligo legale, beneficeranno certamente della presenza nella lista bianca, che dimostra l’impegno nella lotta per la parità. Chiediamo quindi alle aziende di aderire al progetto Respect 8-3.
 
OCST donna-lavoro proporrà progetti mirati alle aziende con meno di 50 dipendenti, che impiegano due terzi della forza lavoro del nostro Cantone.

 

Vai alla home di Respect8-3.ch

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