La Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (SUPSI) è, insieme all’USI, un’importante istituzione accademica, una delle eccellenze che il Canton Ticino
 
può vantare al servizio per altro di tutta la popolazione. Molti ne hanno potuto beneficiare nel corso degli anni, sia nell'ambito della formazione di base che della formazione professionale continua, ma anche per le numerose ricerche ed analisi realizzate nei diversi settori del sociale e dell’economia.
Ciò su cui ci sono ampi margini di miglioramento è nella gestione, organizzazione e sviluppo del personale interno – sia esso docente o personale amministrativo. La nostra esperienza diretta, fatta di relazioni con diversi collaboratori, ci restituisce l’immagine di una direzione del personale che non rende assolutamente giustizia all’enorme qualità del capitale umano lì impiegato.
Oggi presso la SUPSI operano oltre 1000 collaboratrici e collaboratori, tra funzioni di staff, ricerca e docenza. Molteplici sono le proposte di attività e progetti a favore di un numero di allievi in costante aumento. Una dimensione tale di persone coinvolte rende necessario il miglioramento della gestione da parte della sua direzione del personale.
Riteniamo in particolare che non si percepiscano la sensibilità all’ascolto delle proprie persone e la volontà di creare un ambiente confortevole. Tanto più che la SUPSI può far capo alle importanti competenze formative offerte dal MAS in Human Capital Management. Non si capisce quindi perché proprio nell’istituto non sia attiva una Sezione di Gestione delle Risorse Umane. Crediamo che questo sia un paradosso e per certi versi un’incongruenza abbastanza inspiegabile con la volontà di costruire e diffondere eccellenza.
Chiediamo al management di non opporsi all’introduzione di questa fondamentale funzione e di abbandonare la presunzione di poter amministrare, motivare, gestire e sviluppare il personale in completa autonomia e con mezzi, strumenti e modelli frutto solo della loro buona volontà. Chi si trova ai vertici di un’organizzazione, chi è responsabile di un dipartimento non sempre e non per forza sa implementare politiche efficaci di gestione del personale. Per questo è fondamentale il supporto che solo professionisti HR possono garantire.
Le conseguenze di questo vuoto incominciano ad emergere e il nostro sindacato ne è stato testimone diretto, avendo purtroppo rilevato, in una situazione molto specifica, le difficoltà della Direzione a farsi interprete di uno stile conciliante, seppur autorevole, incline al dialogo ed ispirato ai principi della disponibilità e della ragionevolezza che sono facili da individuare in un leader della gestione del personale.
Da ultimo non possiamo non ribadire un concetto che ci sta molto a cuore: sapersi confrontare con le organizzazioni che rappresentano il personale significa tendere l’orecchio proprio ai dipendenti che costruiscono tutti i giorni il carattere distintivo della facoltà: per questo e per tutti coloro che rappresentiamo riteniamo sia giunto il momento di lavorare alla creazione di un contratto collettivo di lavoro che possa rappresentare il primo segno di un rinnovato spirito di gestione e sviluppo dei propri talenti.
L’OCST auspica che Direzione e Consiglio SUPSI possano trovare in questo nostro intervento una provocazione stimolante e responsabile.