Affitti e posti di lavoro
Le piccole e medie imprese e gli esercizi commerciali e della ristorazione sono certamente i più colpiti da questa crisi pandemica. Per queste aziende non giova certo, oltre alla riduzione del giro di affari, aver dovuto fare i conti anche con i costi degli affitti già troppo impegnativi in tempi normali, impensabili in questo momento.
L’OCST è seriamente preoccupata che l’immobilismo degli attori coinvolti, porti alla chiusura di aziende e, di conseguenza, ad una perdita importante di posti di lavoro. La decisione del Parlamento federale di non intervenire in questo ambito dà adito ad una situazione poco chiara e di concorrenza sleale tra chi può contare su un locatore comprensivo, come lo sono stati alcuni comuni, e chi su uno inflessibile. Vale la pena inoltre di considerare i pareri giuridici che ritengono che durante le fasi di chiusura imposte dall’autorità, gli affitti degli spazi adibiti ad uso commerciale non siano dovuti.
Per questo l’OCST sostiene l’introduzione di una soluzione cantonale, come già da più parti richiesto, che chiami in causa i locatari, il Cantone e i comuni.
 
Settore sociosanitario: il personale è sotto pressione
Il numero di contagi e di ospedalizzazioni non accenna a diminuire. È necessario prendere misure concrete di sostegno al personale sociosanitario che sta affrontando questo nuovo picco pandemico con alle spalle la fatica fisica e psicologica sopportata nella primavera di quest’anno. Ci riferiamo certamente al personale medico e infermieristico, ma non solo, negli ospedali. Nella stessa situazione si trovano anche le operatrici e gli operatori nelle case anziani, negli istituti sociali e nei servizi di aiuto domiciliare.
Ricordiamo che tra il personale sociosanitario, per la maggior parte femminile, è alta l’incidenza dell’abbandono precoce della professione. L’attuale situazione non fa che esacerbare questa tendenza e di questo percepiamo già segnali preoccupanti che provengono dalle lavoratrici e dai lavoratori.
Per questo l’OCST chiede che si ascolti con maggiore attenzione il personale e si venga incontro alle esigenze di tutte le lavoratrici e i lavoratori che si sono comportati in maniera esemplare in questi mesi. Un appello deve essere lanciato anche nei confronti della società civile perché si limitino al minimo i contatti. Proteggere dal contagio se stessi e le persone più prossime significa salvare delle vite, ma anche preservare la salute fisica e psicologica delle migliaia di dipendenti del settore sociosanitario.