A causa sia delle due decisioni prese dal Gran Consiglio nel 2012 di spendere 454 milioni per una capitalizzazione parziale invece di 2,6 miliardi per una capitalizzazione integrale e di attribuire all’IPCT solo competenza sulle prestazioni riservando al Gran Consiglio quella sul finanziamento, sia delle errate previsioni dell’allora Cassa Pensioni del 2011-2012 in merito all’andamento del tasso tecnico e dell’inflazione, gli assicurati attivi hanno visto notevolmente ridotto il grado di remunerazione del loro capitale per finanziare il risanamento della cassa e le rendite dei nati prima del 1963 sotto la tutela di garanzie e ora rischiano di vedere per la seconda volta nell’arco di poco più di un decennio un’ulteriore riduzione delle rendite del 20%.

Il sindacato OCST sostiene ed invita ad aderire alla protesta e alla mobilitazione del 10 maggio promossa dalla ErreDiPi e chiede che il personale affiliato all’IPCT non subisca questa ulteriore decurtazione delle rendite, che proviene da un’accumulazione di scelte (non imputabili ai dipendenti!) deliberate del Gran Consiglio e da errori di valutazione dell’allora Cassa Pensioni oltre che da fattori finanziari imprevedibili come il rendimento negativo delle obbligazioni decennali della Confederazione.

Il Gran Consiglio e il Consiglio di Stato sono corresponsabili nelle decisioni sul finanziamento dell’IPCT. Chiediamo un datore di lavoro all’altezza della situazione e che, non meno di quanto pretende per legge (v. art. 23 LORD) dai suoi dipendenti, “si dimostri degno di stima e di fiducia” con un “comportamento corretto e dignitoso”.

Stima, fiducia, correttezza e dignità da entrambe le parti!

 

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