È notizia degli scorsi giorni (Ufficio Federale di Statistica) il nuovo aumento del numero di permessi rilasciato a frontalieri attivi professionalmente in Ticino. L’aumento dei permessi G, nel nostro cantone, è cresciuto nel terzo trimestre del 2021 del 3,9 % arrivando a toccare quota 74'199 unità.
L’aumento più marcato è avvenuto nel settore del terziario ed in particolare negli ambiti professionali specializzati dove i titolari di un permesso G sono passati da 48'221 a 49'006 con un aumento di 785 unità (+1,6%). A titolo di paragone, nel settore industriale e in quello delle costruzioni l’aumento è stato di 121 unità portando a 24'509 i lavoratori di oltre confine attivi in questi settori (+0,5%).
Numeri importanti che sempre più confermano quanto OCST dichiara da diverso tempo, ovvero che è necessario e indispensabile, al fine di evitare una possibile concorrenza salariale orientata al ribasso, intervenire in modo concreto per regolare il settore impiegatizio. Ricordiamo che le statistiche confermano una retribuzione media inferiore di quasi 1’000 chf tra frontaliere e residente.
È proprio in questo contesto economico che sono attualmente presenti la maggior parte dei contratti normali di lavoro decisi dallo Stato. Strumenti, i contratti normali, decretati obbligatori dalle autorità pubbliche tutte le volte che viene riscontrato dumping salariale.
Ancora una volta OCST ritiene essenziale che si possa lavorare al fine di trovare una giusta regolamentazione di questo importante comparto.
La nostra organizzazione propone innanzitutto due soluzioni differenziate:
• L’implementazione di un contratto collettivo di categoria, decretato di obbligatorietà generale, che imponga condizioni salariali minime, e che riporti su un terreno di equità le condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori, ma anche di concorrenza leale tra le imprese.
• Per tutte quelle figure amministrative o impiegatizie in generale che operano in settori già provvisti di CCL, la proposta è di completare il contratto collettivo includendo anche condizioni specifiche per le impiegate e gli impiegati.
Il nostro sindacato propone infine alle associazioni dei datori di lavoro di partecipare a discussioni costruttive orientate a valorizzare il personale in termini di competenze e di capitale fondamentale. Ci opponiamo ad una logica di gestione del personale che valuti la persona solo in base al suo costo nell’organizzazione e reclamiamo il nostro ruolo di rappresentante delle esigenze di tutti i collaboratori.
Il nostro auspicio è che le molteplici dichiarazioni di presunta disponibilità al confronto sociale, all’apertura e alla contrattazione possano finalmente trasformarsi in contenuti utili e concreti.