Il sindacato OCST-Docenti è stato spesso sollecitato ad esprimersi sul tema dell’eventuale abolizione dei corsi A e B in matematica e in tedesco o del loro superamento. Il comitato tuttavia ritiene che sia poco utile limitarsi ad apportare correttivi puntuali a corto raggio e che nella realtà scolastica ticinese vi siano anche altre questioni rilevanti da considerare e meritevoli di almeno altrettanta attenzione. Perciò ha deciso di offrire un suo contributo alle riflessioni e ai progetti che in questi mesi vengono elaborati da vari attori nel Cantone. Si tratta di un’analisi generale della situazione attuale che individua 6 aspetti problematici per affrontare i quali vengono proposte 8 misure che, pur non avendo la pretesa di risolvere il problema, sono ritenute migliorative.
La prima proposta è che nella scuola la priorità resti quella di formare persone consapevoli e libere, che agiscano “secondo scienza e coscienza” e non modellate e agenti secondo modelli operativi e mentali predefiniti, con il rischio di scivolare dalla formazione alla conformazione.
Il sistema formativo si va orientando verso la preparazione degli studenti alla concreta operatività in situazioni problematiche da risolvere. Questa tendenza è portata all’estremo nella nuova impostazione della formazione in ambito commerciale, secondo la quale non vengono più insegnate le discipline, ma piuttosto le competenze operative attraverso puntuali lezioni a moduli, perdendo lo sguardo d’insieme sulla disciplina. In questo modo i giovani vengono privati di importanti strumenti conoscitivi e viene accresciuto il rischio di incorrere in un’obsolescenza formativa precoce: le procedure insegnate tendono ad evolvere col tempo, saranno in grado i futuri adulti così formati di affrontare i cambiamenti?
Far prevalere la dimensione dell’agire su quella dell’essere e del sapere, porta in sé il rischio di non essere coscienti del perché e del come si giunge all’azione. La formazione scolastica ha tra i suoi compiti quello di preparare a scelte consapevoli, non di indurre atteggiamenti e attitudini a compiere determinati atti, per quanto socialmente utili. Si deve mirare alla maturazione degli scolari intesi come persone che godono di una conoscenza della realtà sufficientemente solida per generare idee nuove e per decidere che cosa fare il più liberamente, consapevolmente e responsabilmente possibile, anche in modo imprevisto e imprevedibile, non indotto, né secondo schemi predeterminati.
La seconda proposta riconosce e apprezza quanto già esiste e viene fatto negli istituti del Cantone, chiedendo però maggiore determinazione, sistematicità e facilità nel predisporre lezioni supplementari di recupero in modo capillare. A coloro che sono in difficoltà, indipendentemente dalla condizione sociale di provenienza, non si risponda con un facile buonismo che cela una sfiducia nelle concrete potenzialità degli allievi e incoraggia un atteggiamento rinunciatario, ma si offrano ulteriori lezioni di rinforzo attraverso lo studio in ore di scuola supplementari, nella fatica e
nell’impegno, consentendo loro di scoprire se stessi, di acquisire fiducia nelle proprie capacità e di credere nella possibilità di un percorso effettivamente formativo e di emancipazione.
Con la terza proposta si intende sottolineare che, al netto delle varie tecniche didattiche che mutano nel tempo, le attese scolastiche devono restare di principio le stesse per tutti, senza discriminazioni formali o informali, discutibili e vaghe, tranne eccezioni fondate su solide diagnosi mediche. Allo stesso tempo dunque le valutazioni, formative verso i ragazzi e informative verso la famiglia e il resto della società, devono essere attendibili, trasparenti, il più oggettive possibile e non alimentare ambiguità, equivoci e incertezza. Ciò è necessario per difendere il massimo grado di sviluppo possibile di ogni allievo, per salvaguardare la validità e la credibilità delle valutazioni e degli obiettivi formativi e per non essere sospettati di mistificare la realtà.
La quarta proposta chiede di consolidare le possibilità effettive di frequenza delle opzioni esistenti e di ampliare il ventaglio formativo introducendone altre con il duplice scopo di sviluppare la conoscenza di sé e di accrescere i contatti con la formazione post obbligatoria e professionale, anche a partire da una bassa soglia di iscritti.
La quinta misura trae origine da un documento in cui gli esperti di matematica hanno proposto di superare la differenziazione strutturale dei corsi A e B attraverso tre indirizzi opzionali con percorsi diversi (“applicativo”, “tecnologico” e “astratto”), a cui vengono aggiunti “cultura e studio della lingua”, “consolidamento e usi quotidiani” e “cultura e comunicazione” per il tedesco. In tal modo l’allievo, accompagnato, ha la possibilità di fare una scelta formativa responsabile sulla base di una valutazione che considera al contempo la sua situazione scolastica, le sue caratteristiche individuali e i suoi interessi per il futuro, senza precludere nessuna strada nei settori post obbligatori.
La sesta proposta mira a consentire una parità di condizioni tra gli allievi del settore medio superiore delle varie regioni del Ticino e il rispetto delle scelte formative espresse in particolare per le opzioni specifiche di greco, musica e arti visive. Si tratta di un ulteriore passo verso la valorizzazione degli interessi e delle potenzialità degli studenti del nostro territorio.
La settima proposta chiede che la licenza di scuola media sia uguale per tutti e permetta di accedere alle diverse formazioni post obbligatorie sulla base della media complessiva di tutte le materie senza gerarchie tra esse.
L’ottava proposta contribuisce a mantenere alte le competenze degli insegnanti e a rendere più attrattiva la professione di docente agli occhi di chi ha svolto studi e ha vissuto esperienze lavorative che eccedano il minimo legale, soglia che negli ultimi anni è stata ritoccata verso il basso (secondo la legge della domanda e dell’offerta, anche nell’ammissione agli enti di formazione pedagogica dei docenti, dove sono già state modificate a più riprese le condizioni di entrata) per fare fronte alla carenza di docenti in vari settori.
In conclusione il sindacato OCST-Docenti ritiene che le proposte formulate dovrebbero riuscire a consolidare e ad ampliare sia i percorsi formativi per gli scolari, sia le occasioni di sviluppo della fiducia nei propri mezzi e di scoperta di sé, allontanando al contempo questa dimensione propriamente educativa dalle dinamiche della selezione degli allievi esercitata dall’esterno servendosi dei voti scolastici. In particolare alle scuole medie con gli indirizzi in matematica e
in tedesco e con il potenziamento dei corsi di recupero e delle opzioni si valorizzano la responsabilità, gli interessi e la motivazione personale degli allievi con verosimili benefici sugli apprendimenti e sul clima di lavoro. L’insieme delle misure prospettate promuove le potenzialità individuali di allievi e docenti nella loro integralità di persone e nella certezza che gli effetti positivi si diffonderanno a tutti i livelli della società rigenerando la democrazia, la cultura - scientifica e umanistica - e l’economia di fronte a qualunque scenario futuro.