L’assemblea dell’OCST-Docenti deplora la persistente assenza di una visione politica condivisa, solida e coerente sulla scuola. Da troppo tempo i docenti e gli allievi subiscono atti contraddittori e incoerenti da cui derivano conseguenze dannose.

Mentre da una parte si dichiara di volere una scuola di qualità e si impone ai docenti un quantitativo minimo obbligatorio di formazione continua, dall’altra lo si riduce per motivi di costi; se da un lato si afferma che le uscite scolastiche e le attività didattiche e culturali sono parte integrante della formazione degli allievi, dall’altro se ne riducono il credito disponibile e le effettive possibilità.

Mentre da una parte si proclama di voler procedere verso un miglior rapporto tra numero di allievi e numero di docenti, ad esempio con la codocenza nelle aule e nelle sperimentazioni, dall’altra si propone di aumentare alle scuole medie il numero massimo di allievi per classe a inglese o in altri settori si rende difficile e laborioso il ricorso a docenti di appoggio e a misure di sostegno agli allievi.

Mentre da un lato si inneggia a una scuola che offra pari opportunità agli allievi di tutte le regioni del Cantone, dall’altro si tagliano i finanziamenti cantonali ai Comuni per i docenti di educazione fisica e di educazione musicale, alimentando disparità educative secondo la forza economica.

Mentre da una parte si chiede di adattare sempre più l’insegnamento alle specificità e ai bisogni individuali degli allievi, promuovendo un approccio personalizzato, differenziato e flessibile, con un conseguente aumento delle responsabilità e del carico di lavoro; dall’altra si vuole ridurre di 2 mio. di franchi le finanze della pedagogia speciale, si peggiorano le condizioni di lavoro degli insegnanti e lo si rende meno attrattivo non riconoscendo né gli incarichi ai supplenti dopo 16 settimane, né un adeguamento salariale al costo della vita, aumentando anzi i prezzi dei posteggi. Inoltre, anche la riduzione del personale amministrativo e logistico non fa che accrescere l’onere lavorativo dei docenti e distoglierne l’attenzione dalla centralità degli aspetti educativi e didattici invece di sostenere gli insegnanti sia nello svolgimento delle nuove mansioni, sia nella gestione delle attività ordinarie.

Mentre da un lato si infittiscono e si intensificano gli interventi di matrice politica sulla didattica e sui piani di studio dei diversi ordini scolastici, a livello cantonale e federale, dall’altro gli insegnanti stentano a integrarli in un disegno unitario e coerente che soddisfi le esigenze di rigore scientifico, di senso educativo, di opportunità e di praticabilità della proposta formativa scolastica.

Mentre da una parte il docente è assorbito in un crescendo di incontri di formazione continua, spesso promossi dalle autorità scolastiche, di colloqui con altri professionisti, con colleghi, genitori, allievi, in progetti e incombenze di varia natura, dall’altra è facilmente sospettato di inadeguatezza rispetto alle aspettative e chiamato a giustificarsi e a difendersi.

Mentre da un lato l'autorità dichiara disponibilità all'ascolto, apertura al dialogo e al confronto, dall'altro non sempre le parole si traducono in fatti concreti.

Nessun professionista può adempire al proprio mandato se non sono date le condizioni necessarie: questo principio vale anche per gli insegnanti.

Pertanto l’assemblea dell’OCST-Docenti chiede al Governo e al Gran Consiglio non solo di rinunciare a tutte le suddette misure di peggioramento della qualità della formazione ticinese e delle condizioni di lavoro dei docenti, ma anche di invertire la tendenza e di adottare finalmente una valida politica del personale docente e una visione solida, condivisa e coerente della scuola, che è un bene comune su cui si fondano tutte le future attività della collettività.

Risoluzione votata all'assemblea annuale OCST-Docenti del 3 dicembre 2024

Leggi la relazione annuale del presidente OCST-Docenti