1 - Ben 17’000 dipendenti assicurati all’IPCT
Le/gli assicurate/i attive/i dell’IPCT sono 17’000 dipendenti (circa il 6% della forza lavoro in Ticino). Ben 16’300 sono lavoratrici e lavoratori residenti in Ticino: il loro impatto sull’economia cantonale è quindi estremamente rilevante. Essi sono attivi presso Stato, Comuni, Enti, Associazioni e Fondazioni. Si tratta di impiegati, agenti di polizia e di custodia, docenti cantonali e comunali, personale di cura di case anziani e servizi domicilio, operatori socioeducativi: ossia personale indispensabile al buon funzionamento dello Stato,
della scuola, dei servizi sussidiati, della società e dell’economia dell’intero Cantone.
2 - Pensioni nella norma, che devono rimanere nella norma
Oggi le condizioni previdenziali IPCT, tenendo conto sia dei costi sia delle prestazioni, si situano nella fascia medio-bassa nel confronto con casse pubbliche presenti in Ticino e in Svizzera: le/gli assicurate/i IPCT non beneficiano quindi di alcun privilegio pensionistico (la pensione da Rolls Royce non esiste assolutamente!).
Se la modifica legge IPCT venisse respinta dal popolo ticinese il 9 giugno 2024, le rendite di vecchiaia IPCT entro il 2031 figurerebbero tra le più basse di tutte le casse
pensioni pubbliche in Svizzera. Queste ultime sono circa 70 e assicurano 600’000 dipendenti (13%) su 4,6 milioni di assicurati.
Facciamo il confronto tra IPCT e settore privato. Nel settore privato va precisato che operano più di 1’000 casse pensioni autonome, cui si aggiungono alcune decine di fondazioni collettive gestite da assicurazioni private. Oltre l’80% dei lavoratori privati beneficia di condizioni pensionistiche superiori ai minimi della legge federale sulla previdenza professionale (LPP). Ad esempio nella cassa pensioni della Migros la somma degli accrediti di vecchiaia da 25 a 65 anni è del 950%, mentre nell’IPCT con misure di compensazione è dell’820% (senza 700%); quanto all’obiettivo di rendita della Migros è del 46,6% del salario assicurato, mentre quello dell’IPCT con misure di compensazione è del 43,1% (IPCT senza misure di compensazione 36,8%; minimo LPP 34%).
3 - Votare SÌ per evitare conseguenze gravissime: finire al minimo in Svizzera
Nel caso la modifica di legge IPCT venisse respinta sicuramente i dipendenti IPCT con salari bassi finirebbero per ricevere di qui al 2031 pensioni bassissime, che saranno molto
vicine ai minimi di legge LPP, ossia a quelle del 20% di lavoratori peggio assicurati del settore privato. Sarebbe una situazione molto grave, che umilierebbe gli assicurati IPCT e
li porterebbe vicino alla povertà le fasce con salari assicurati bassi.
Ma anche per le altre fasce salariali medie la situazione diventerà difficile. Infatti una carriera pensionistica completa presso l’ente pubblico inizia spesso a partire dai 25 anni
dopo gli studi superiori o universitari: gli assicurati IPCT tra 20 e 25 anni sono solamente il 2,3%, dato da confrontare con il 10% rappresentato dalle classi d’età. Il calcolo degli accrediti di vecchiaia tra da 25 anni a 65 anni conferma che le rendite di vecchiaia IPCT -in assenza di misure di compensazione- saranno vicine al minimo legale: in questo caso l’obiettivo di rendita sarà pari al 36,75% del salario assicurato contro il 34% secondo il minimo LPP.
4 - Cause della diminuzione del Tasso di conversione
La diminuzione progressiva (dal 2024 al 2031) del Tasso di Conversione (TdC), cioè del fattore che moltiplicato per gli averi di vecchiaia determina la rendita, è indispensabile (obbligatoria) per garantire la stabilità finanziaria dell’IPCT a causa:
1) dell’aumento della speranza di vita
2) della diminuzione della resa degli investimenti (anche se l’IPCT ottiene rendimenti in media con le altre casse pensioni e con costi di gestione tra i più bassi).
Per questo motivo il Consiglio di Amministrazione dell’IPCT ha dovuto decidere di diminuire il Tasso di conversione dall’attuale 6,17% (65 anni) al 5,25% in modo scalare su otto anni a partire dal 1.1.2024, posizionandolo nella media di quello delle altre casse nazionali e cantonali.
5 - Le necessarie misure di compensazione
Praticamente tutti gli istituti di previdenza svizzeri e ticinesi che si sono confrontati con la riduzione del tasso di conversione hanno messo in atto delle misure di compensazione a carico di datori di lavoro ed assicurate/i attive/i. Senza le misure di compensazione proposte dalla modifica di Legge IPCT ci sarebbe una diminuzione certa delle rendite di vecchiaia del 15%, dopo la riduzione del 20% avvenuta nel 2013 con il cambiamento di sistema pensionistico. Per evitare un massiccio impoverimento delle/degli assicurate/i IPCT (dumping pensionistico) nel 2023 il Governo ticinese ha trovato un’intesa con i sindacati OCST, SIT e VPOD, approvata dal Parlamento ticinese con la modifica di legge IPCT. Sia le/i dipendenti, sia i datori di lavoro verseranno maggiori contributi sui salari assicurati, allo scopo di mantenere quasi invariato il livello delle rendite future di vecchiaia IPCT. Su questa modifica di
legge IPCT il popolo voterà il 9 giugno.
Le misure di compensazione hanno un costo pari a 14,6 milioni di franchi all’anno per il Cantone, ai quali vanno aggiunti 7,2 milioni a carico degli altri datori di lavoro affiliati
all’IPCT. Le/gli assicurate/i contribuiranno sia con un aumento del prelievo sul loro salario assicurato, sia indirettamente tramite lo scioglimento degli accantonamenti creati dall’IPCT a questo fine.
I Sindacati OCST, SIT e VPOD sostengono -con l’appoggio di tutti i principali partiti, tranne Lega e UDC- questo compromesso, che se accettato limiterà la diminuzione delle rendite di vecchiaia per gli attuali assicurati ad un massimo del 2% (rispetto a quelle attualmente prospettate).