Il 23 dicembre del 2020, al termine di cinque lunghi anni di trattative, il Viceministro dell’Economia italiano Antonio Misiani e la Segretaria di Stato elvetica Daniela Stoffel hanno apposto la propria storica firma sul nuovo testo bilaterale che modificherà profondamente la realtà dei lavoratori frontalieri.
Ricordiamo che nel 2015 i Governi di Italia e Svizzera avevano già trovato l’intesa su un nuovo Accordo fiscale che avrebbe previsto la totale cancellazione delle agevolazioni previste per i frontalieri residenti in fascia di frontiera, la cessazione del meccanismo dei ristorni ai Comuni e l’assoggettamento fiscale dei redditi da lavoro dei frontalieri alle aliquote IRPEF italiane.
L’Accordo fu negoziato in segreto, senza alcun coinvolgimento delle parti sociali. Per questa ragione ci eravamo opposti con forza, avviando un lungo lavoro di confronto, nella speranza di poter convincere gli Stati a rinegoziare un Accordo meno pesante per i lavoratori.
A distanza di cinque anni, possiamo oggi finalmente dire di esserci riusciti grazie all’ottenimento di tutta una serie di condizioni decisamente migliorative rispetto al testo del 2015.
L’Accordo fiscale firmato oggi entrerà in vigore verosimilmente il 1° gennaio 2023, al temine dei lavori parlamentari di ratifica.
Il testo prevede i seguenti punti:
· grazie alla clausola di salvaguardia ottenuta dal sindacato, tutti i frontalieri residenti in fascia di frontiera che hanno lavorato in Svizzera anche solo per pochi giorni tra il 1° gennaio 2019 e il 31 dicembre 2020 avranno diritto alle agevolazioni previste dal vecchio sistema fiscale fino alla pensione, anche in caso di cambiamento del posto di lavoro e di eventuali periodi di disoccupazione. Essi pertanto non subiranno alcun rincaro. Va specificato che l’intenzione iniziale del Governo svizzero era quella di concedere la clausola di salvaguardia unicamente per i frontalieri attivi al 31.12.2020, il che avrebbe escluso tutti coloro che hanno perso il lavoro negli ultimi due anni.
· Allo stesso modo tutti i frontalieri residenti in fascia di frontiera che cominceranno a lavorare in Svizzera nel 2021 o nel 2022 (ovvero prima dell’entrata effettiva in vigore dell’Accordo) avranno diritto al vecchio sistema fiscale, anch’essi fino alla pensione.
· I frontalieri che cominceranno a lavorare in Svizzera dopo l’entrata in vigore del nuovo Accordo avranno invece un trattamento fiscale concorrenziale tra Italia e Svizzera sulla falsariga di quanto già oggi previsto per i frontalieri che non vivono in fascia di frontiera. In particolare essi pagheranno in Svizzera un’imposta alla fonte calcolata nella misura dell’80% e dovranno poi dichiarare il reddito da lavoro in Italia con deduzione degli oneri sociali trattenuti in busta paga e detrazione dell’imposta alla fonte pagata in Svizzera. Essi potranno inoltre beneficiare di una nuova franchigia fiscale di 10'000 €.
· I Comuni della fascia di frontiera continueranno a ricevere i ristorni dalla Svizzera fino al 31 dicembre 2033. Successivamente il Governo italiano garantirà ai Comuni cifre simili tramite nuovi meccanismi di compensazione finanziaria.
(Vedi l’articolo completo: Tassazione dei frontalieri: il nuovo accordo è ora realtà) Per avere informazioni più approfondite potete contattare l’Ufficio Frontalieri OCST (servizio riservato ai soci del sindacato).