L’OCST ha sostenuto fin dal primo giorno la proposta di un congedo paternità. La famiglia ha bisogno del supporto di tutta la società.  Nel nostro Paese il sostegno alle donne e alle famiglie alla nascita di un nuovo figlio è troppo debole.
 La durata del ricovero ospedaliero è, per fortuna, sempre più breve ma bisogna riconoscere che, sebbene la gravidanza e il parto siano un evento perfettamente naturale, sono una prova importante per il corpo e la mente della mamma, che si protrarrà nelle settimane e mesi seguenti. Tra debiti di sonno e l’inserimento dei nuovi compiti nella routine famigliare, la fatica non manca.
Le neomamme hanno quindi necessità di poter contare sui padri che si occupano volentieri anche di quelle incombenze che tradizionalmente gli uomini evitavano. Perché cambiare i pannolini o cullare nella notte un bimbo poco disposto a prendere sonno sono passi importanti verso una maggiore confidenza con la cura dei propri figli. Una maggiore confidenza che si traduce, nel corso degli anni, con una maggiore condivisione dei compiti familiari: accompagnare i figli dal medico, prendersi cura di loro in caso di malattia, parlare con gli insegnanti, cucinare la cena e mettere i figli a letto. E chissà, che con il tempo i datori di lavoro non inizino a pensare che i figli sono un onere ed un onore per entrambi i genitori.
Il congedo paternità è un importante passo verso il raggiungimento della parità tra uomo e donna e di conseguenza verso la parità sul posto di lavoro. Maggiore spazio ai padri nella vita dei figli e maggiori opportunità per le mamme sul posto di lavoro. Il tutto ad un costo veramente contenuto.
Non vedo perciò perché dovremmo perderci questa occasione di crescita come società!
 
Davina Fitas