Il 20 giugno 2020 i governi nazionali di Italia e Svizzera hanno sottoscritto un Accordo amichevole per regolamentare il telelavoro svolto dai frontalieri durante la pandemia da Covid-19.
L’intesa bilaterale prevede che «in via del tutto eccezionale e provvisoria» i giorni di lavoro svolti da casa dai frontalieri per conto di un’azienda svizzera «a seguito delle misure adottate per combattere la diffusione del Covid-19», sono considerati come giorni di lavoro svolti in Svizzera.
Grazie a questo Accordo sono stati dunque sospesi i vincoli legali che, fuori dalla pandemia, limiterebbero l’utilizzo del telelavoro per i frontalieri al 25% del tempo annuo di lavoro e costringerebbero i lavoratori a dichiarare in Italia ai fini fiscali la fetta di reddito maturata durante gli stessi giorni trascorsi in homeoffice (per maggiori info vedi il nostro articolo «Telelavoro e frontalieri – Vincoli legali, opportunità e rischi»).
Il sindacato OCST ha avuto un ruolo attivo nella sottoscrizione di questo Accordo grazie alla costante attività di sensibilizzazione e consulenza svolta nei confronti del Ministero degli Affari Esteri italiano.
Molti lavoratori e altrettanti rappresentanti d’azienda si sono dunque rivolti a noi in questi giorni per capire se l’Accordo amichevole fosse ancora valido e nel caso fino a quando potrà essere considerato tale. 
 
Facciamo chiarezza
L’Accordo amichevole, sottoscritto il 20 giugno con effetto retroattivo al 24 febbraio, prevedeva una prima scadenza al 30 giugno 2020. Tuttavia – come scritto esplicitamente nell’Accordo stesso – esso si intende tacitamente rinnovato fino a quando anche solo in uno dei due Stati permarranno in vigore disposizioni legali particolari di contrasto al Covid-19. Con «tacitamente» si intende proprio il fatto che non è necessaria nessuna conferma o atto ufficiale da parte dei due Stati. Pertanto l’Accordo potrà essere ritenuto valido con certezza fino al permanere in essere del DPCM italiano (ad oggi rinnovato fino al 24 novembre 2020) e delle analoghe disposizioni svizzere (le quali si stanno facendo più severe man mano che passa il tempo, visto l’elevato tasso di contagi). È quindi facile immaginare che l’Accordo amichevole resterà valido fino a fine anno.
Formalmente è data poi la possibilità ai due Stati di dare disdetta unilaterale all’Accordo (in tal caso il preavviso deve essere di sette giorni per la fine del mese). Al momento non è tuttavia un’ipotesi percorribile in quanto i contagi da Covid-19 sono in netta crescita ed è assoluto interesse dei due Stati limitare al massimo la mobilità dei lavoratori e i contatti tra le persone.
 
Andrea Puglia