Il disegno di legge di bilancio porta con sé una notizia tanto attesa da parte di molti frontalieri: le pensioni svizzere, di qualsiasi tipo, erogate a soggetti residenti in Italia saranno tassate con l’aliquota fissa del 5% anche in caso di accredito su conti corrente svizzeri.

Non solo. La validità di questa misura sarà retroattiva fino al 2015 e questo permetterà a centinaia di pensionati di risolvere positivamente i contenziosi che l’Agenzia delle Entrate italiana aveva aperto nei loro confronti in questi ultimi anni (non saranno tuttavia riconosciuti rimborsi retroattivi per eventuali imposte già pagate in passato).
Si tratta di una battaglia legale che è sempre stata al centro delle nostre preoccupazioni e che è terminata con un successo, si spera una volta per tutte.
Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.
In base alla Convenzione tra Italia e Svizzera contro le doppie imposizioni, le pensioni erogate dalla Svizzera a soggetti residenti in Italia vengono tassate esclusivamente in quest’ultimo Stato.
Grazie ad un’apposita legge del 1991, fu stabilito che le rendite AVS venissero tassate con l’aliquota fissa del 5%. Nel 2017, all’interno della cosiddetta «manovrina finanziaria», le parti sociali riuscirono poi a far integrare il testo di legge estendendo questo sistema di tassazione anche alle prestazioni di secondo pilastro e ai prepensionamenti di categoria.
Tuttavia nel 2020 l’Agenzia delle Entrate, tramite un’apposita Risoluzione, aveva complicato lo scenario imponendo come condizione necessaria per il beneficio del diritto l’accredito della prestazione pensionistica su un conto corrente italiano. Per questa stessa ragione l’Agenzia delle Entrate aveva poi aperto diversi contenziosi con altrettanti contribuenti, «rei» di aver ricevuto l’accredito della pensione su un conto corrente svizzero.
Questa interpretazione e questo modo di agire furono ritenuti fin da subito discriminatori da parte del sindacato, in quanto il livello di tassazione di una pensione si deve basare sulla qualità del bene e non certo sul luogo di accredito.
Dopo due anni di interlocuzioni a livello parlamentare, ora è finalmente arrivata la soluzione tanto attesa. La legge di bilancio va infatti ad integrare ulteriormente il quadro legale specificando a chiare lettere che la tassazione delle pensioni svizzere dovrà sempre essere al 5% anche in caso di accredito della pensione stessa su un conto corrente estero.
Tale misura si applica a tutte le prestazioni pensionistiche «obbligatorie», ovvero legate ai contributi pagati negli anni in virtù del lavoro svolto in Svizzera (rendite AVS/AI, rendite e capitali di secondo pilastro, rendite di prepensionamento).
Inoltre tutti i contenziosi aperti su questo tema tra il 2015 ed oggi verranno chiusi, senza tuttavia il riconoscimento di rimborsi per eventuali imposte maggiorate già versate in passato.
Si attende ora la conversione definitiva del disegno di legge, un passaggio tuttavia considerato formale dallo stesso Ministro Giorgetti che ieri ha dichiarato come «le pensioni svizzere tassate al 5% sono un risultato importante. È un segnale concreto per i tanti frontalieri della zona. Abbiamo fatto chiarezza in breve tempo».

Andrea Puglia