Con la presente iniziativa parlamentare generica, presentata da Claudio Isabella a nome dei Giovani del Centro, si chiede di istituire un assegno a favore dei giovani ticinesi che al termine del proprio percorso formativo decidono di rientrare, risiedere e lavorare in Ticino.

L’assegno sarà concesso ai giovani di età compresa fra i 20 e i 35 anni che si impegnano a risiedere per 5 anni fiscali in un comune del Cantone Ticino. Al termine dei 5 anni, la persona domiciliata potrà beneficiare di un assegno una tantum. Il valore dell’assegno sarà pari al 50% della somma di imposte cantonali dovute e pagate nei 5 anni precedenti.

Motivazione
Secondo l’Ufficio federale di statistica (agosto 2022), il canton Ticino «con un tasso del 23.4% ha il più alto tasso di anziani in Svizzera». Ciò ha delle ricadute su diversi fronti: fra tutti il mercato del lavoro, il sistema pensionistico e quello sanitario. In particolare, l’economia cantonale perde sistematicamente della forza lavoro indigena a fronte di un aumento del pendolarismo transfrontaliero. L’equilibrio del sistema sanitario è messo a dura prova anche da una forte crescita della domanda nella presa a carico degli anziani. In aggiunta, l’emigrazione di giovani dal nostro cantone comporta anche una perdita di familiari curanti, che con il loro lodevole contributo permettono alla collettività di ridurre il costo della salute a carico della società.
Oltre ad un tasso di natalità molto basso, si osserva che dal 2006 il saldo intercantonale è negativo per la fascia di età 20-35 anni. Nella situazione attuale sembra improbabile un’inversione di tendenza nel processo di invecchiamento demografico senza un intervento mirato. Per mantenere stabile il fragile equilibrio intergenerazionale nel nostro Cantone è dunque necessario incentivare i giovani a stabilirsi e risiedere in Ticino in modo durevole.
Riteniamo che le persone nella fascia di età sopracitata, oltre ad essere in larga maggioranza già parte attiva della popolazione, rappresentino anche coloro che sono in una fase in cui si prendono decisioni importanti riguardo la propria vita: scelte professionali e pianificazione familiare fra tutte. È dunque importante agire su questa categoria di persone, prima che essi decidano di risiedere stabilmente fuori cantone.
Poiché il nostro cantone risulta essere nella parte bassa della classifica nazionale relativa al livello medio di reddito, riteniamo che il potere d’acquisto sia fra i più importanti fattori che inducono il giovane ad emigrare. Per questo motivo abbiamo vagliato tre possibili strumenti che possono impattare in modo diretto sul potere d’acquisto, ovvero: degli incentivi fiscali, una maggiore regolamentazione nel mercato del lavoro oppure dei sussidi diretti.
La nostra prima scelta è ricaduta inizialmente su uno sconto fiscale, che purtroppo è da considerarsi in violazione del diritto superiore poiché non rispetterebbe i criteri di assoggettamento personale sanciti dalla Legge federale sull’armonizzazione delle imposte dirette dei Cantoni e dei Comuni (LAID). Inoltre, in un mercato del lavoro libero che è già fra i più regolamentati in Svizzera, riteniamo improbabile riuscire a trovare una soluzione universale che possa adattarsi a tutti i settori economici e a tutte le figure professionali presenti in Ticino.
Pur consapevoli della situazione finanziaria in cui riversano le casse cantonali, noi, Claudio Isabella, Marco Profeta, Michele Fransioli, Mattia Lepori ed Enea Monticelli, riteniamo che l’assegno è da considerarsi un importante investimento socioeconomico, poiché avrebbe delle ripercussioni positive a livello demografico, economico così come anche a livello fiscale.