Remunerare gli infermieri in formazione, per facilitare l’accesso alla formazione

Nel mese di aprile del 2020, agli inizi della pandemia, Claudio Isabella e Maddalena Ermotti-Lepori hanno presentato una mozione in favore del settore sociosanitario

Lo scorso 23 febbraio la mozione è stata evasa riscontrando un ottimo successo che il sindacato OCST saluta con soddisfazione. Essa è infatti stata approvata assieme ad un «pacchetto» di mozioni tutte inerenti il settore sociosanitario (Piano d’azione per il rafforzamento della formazione professionale nel settore sociosanitario - PRO SAN 2021-2024). Il piano d’azione è stato approvato da 79 votanti e un solo astenuto.
Per Claudio Isabella, vice segretario regionale del Sopraceneri e cofirmatario, «La mozione riporta quanto sia importante intervenire affinché le formazioni sanitarie siano alla portata finanziaria di tutti i potenziali interessati ad intraprendere una qualifica o una riqualifica in questo ambito. Ciò porterebbe ad un aumento dell’occupazione dei nostri giovani per riconvertire professionalmente chi ha la necessità di riqualificarsi offrendo, oltre all’efficienza sanitaria, posti interessanti».
Di certo la pandemia da Coronavirus ha aiutato a rendere tutti più attenti riguardo l’importanza di questo settore. Con questa mozione si chiedeva al Governo di attuare una delle misure proposte dall’iniziativa popolare federale «Per cure infermieristiche forti». I firmatari della mozione chiedevano al Consiglio di Stato di aumentare lo stipendio durante la formazione delle infermiere e degli infermieri, come pure degli altri allievi/e attivi nell’ambito sanitario.
Il Consiglio di Stato accoglie la richiesta dei mozionanti e l’ha inserita nel piano «PRO SAN 2021-2024» approvato dal Gran Consiglio: è ora previsto l’allineamento e l’adeguamento delle indennità riconosciute ad allieve e allievi SSS e SUPSI. «Infatti, ad esempio per una persona già attiva in un ambito professionale, che quindi percepisce un salario, è molto difficile (anche se munita di tanta volontà e passione) abbandonare una situazione stabile economicamente per intraprendere una nuova formazione praticamente non remunerata, o comunque con una remunerazione insufficiente» aggiunge il vicesegretario regionale del Sopraceneri.
«È quindi importante che l’ottimo ed efficace sforzo profuso da questo settore negli scorsi mesi non venga vanificato a causa di una mancanza di volontà di intervenire con misure concrete anche nei prossimi anni» conclude Claudio Isabella.