L’OCST prende atto della decisione del Parlamento sulla riforma AVS di oggi. Siamo molto delusi dal risultato emerso perché addossa sulle spalle delle donne un risanamento non solido. Questa decisione sembra dimenticare che le donne, a causa della disparità salariale, subiscono un divario a livello pensionistico del 37%. Ancora una volta vengono penalizzate. La società civile si è già più volte mobilitata su questo tema, recentemente il 18 settembre a Berna. L’OCST sosterrà il referendum contro questa riforma.

Che la riforma dell’AVS sia importante e necessaria, non ci sono tanti dubbi. Tuttavia, anche questo progetto carica sulle spalle delle donne una parte consistente del risanamento senza una sufficiente compensazione. L’AVS è l’unico strumento che attualmente sostiene il reddito delle pensionate che, lo ricordiamo, dopo aver subito per tutta la carriera lavorativa una disparità salariale del 17,4%, al momento della pensione ricevono quasi il 40% in meno, una cifra impressionante che lascia troppe donne in povertà.

A quasi quarant’anni dall’introduzione dell’articolo costituzionale che impone il rispetto della parità dei sessi e a quasi venticinque anni dall’entrata in vigore della Legge sulla parità, poco è cambiato.
Questi due testi legali negli anni si sono rivelati poco efficaci perché enunciano principi senza pretendere azioni concrete.