Il lavoro rimane un perno decisivo per le condizioni di vita delle persone; il mondo del lavoro lo è per il territorio e la comunità che lo abita. Immerso pienamente nella sfera del lavoro, il sindacato è perciò in una posizione privilegiata per cogliere i bisogni degli individui e delle famiglie così come quelli della collettività. Lo è parimenti per farsi portavoce delle loro aspirazioni ed attese. 

Se ne fa carico in primo luogo nelle imprese e nelle categorie professionali, laddove il lavoro si esprime e si organizza. Il suo slancio sociale lo induce tuttavia a incarnare questo impegno anche in altri ambiti; ovunque gli sia data la possibilità di promuovere condizioni di vita più eque e favorevoli. È il caso in particolare per la politica; un terreno dove l’OCST ha inteso investire sin dagli esordi i suoi ideali. Per farlo, ha anche puntato ad avere suoi rappresentanti in seno ai diversi legislativi - comunali, cantonale e talora anche federali. È in questi consessi, dove prende forma la legislazione, che il sindacato può completare il suo impegno in favore di chi lavora e della popolazione intera. 
Con le elezioni di ottobre si ripresenta l’occasione di ambire alla presenza di un rappresentante cristiano-sociale su piano federale, rinnovando quanto già verificatosi in passato. L’obiettivo è avvalorato dal volume ingente dei temi che esercitano una notevole incidenza sul benessere delle persone e che rientrano nella competenza della Confederazione. Basti, a titolo esemplificativo, un rapido accenno ai comparti della previdenza vecchiaia e della sanità. Il loro impatto è tale da spronare il sindacato ad essere presente dove se ne definiscono le regole. 
Direttamente esposto alle trasformazioni radicali che investono il lavoro e la sfera sociale, il sindacato trova poi nella realtà odierna ulteriori motivi per auspicare di essere presente nel Parlamento federale. Con la pandemia ha preso avvio un ciclo strutturalmente nuovo. Come ogni fase di svolta, esibisce risvolti incerti ed anche tribolati. Si volga lo sguardo anche solo al riassetto geopolitico e al riapparire della guerra nella stessa Europa; alla rettifica della globalizzazione; al deterioramento climatico; alla pressione migratoria; all’invecchiamento della popolazione; al riaffacciarsi dell’inflazione. Le turbolenze odierne possono accentuare i disagi e acuire i bisogni di ampie fasce della popolazione. Il sindacato sente la responsabilità di contribuire all’adozione di opportune tutele anche sul piano della legislazione. 
La svolta innescata dalla pandemia si intreccia inoltre con un ulteriore balzo tecnologico che modificherà in profondità il modo di lavorare, di comunicare, di vivere. Si aprono prospettive affascinanti ma anche nuovi pericoli di sorveglianza, di manipolazione, di concentrazioni monopolistiche, di cybercriminalità. Occorre che l’accelerazione del progresso tecnologico sia accompagnato da norme e strumenti che lo inquadrino e lo orientino dal profilo etico, sociale e politico. Il sindacato, portatore da sempre di una tensione etica e di solidarietà sociale, se ne sente interpellato.
Occorre pure che le scosse e le sfide del presente non tolgano ossigeno alla direzione di marcia già tratteggiata prima della pandemia ma lungi dall’essere attecchita in profondità e dal venire perseguita con responsabile coerenza. È la via della sostenibilità, dove gli obiettivi economici devono potere essere in consonanza con quelli sociali e ambientali. Deve prevalere una logica di crescita compatibile con la capacità rigenerativa della natura e con un elevato grado di equità sociale. Il sindacato, che vive questa difficile composizione sin dal gradino delle imprese, ha senza dubbio qualcosa da dire.
Alla luce di queste costatazioni, la candidatura di Giorgio Fonio per il Consiglio nazionale consentirebbe all’OCST, in caso di esito favorevole, di essere coinvolta ancor più direttamente nelle scelte di particolare rilevanza che la politica federale ha dinnanzi a sé. Dal profilo personale, Giorgio Fonio è d’altronde un candidato con notevoli attitudini di vicinanza alle persone e di ascolto dei problemi che chiedono di rappresentare. L’apertura al dialogo con la controparte imprenditoriale, che punteggia la sua attività quotidiana, può inoltre rivelarsi preziosa se trasferita al contesto politico federale dove l’accentuata polarizzazione tende ad ostacolare la costruzione di compromessi. La già prolungata esperienza politica in campo comunale e cantonale, vissuta come servizio alla collettività, è pure un punto di partenza proficuo per introdursi in ambito federale. Sia quale rappresentante di un sindacato che ha motivi per ambire a servire la popolazione anche nel Parlamento federale, sia per il suo profilo personale merita perciò un sostegno convinto.

Meinrado Robbiani