Una delle sfide che saremo chiamati ad affrontare nei prossimi anni è certamente quella demografica. È noto da tempo che la continua stagnazione delle nascite e l’allungamento della speranza di vita hanno cambiato radicalmente la struttura della nostra società.

Il numero di persone in età di pensionamento cresce e cala il numero di persone attive. Questo fatto ineluttabile mette in crisi le nostre assicurazioni sociali e sotto pressione la sanità. 
Perché se è vero che è aumentata la speranza di vita, non è così per l’aspettativa di vita in salute. Con l’aumentare dell’età cresce anche la necessità di sostegno medico. Questo è uno dei motivi dell’aumento, anno dopo anno, dei premi di cassa malati. 
Ma, secondo l’Ufficio federale della sanità pubblica, senza peggiorare la qualità delle cure sarebbe possibile risparmiare il 20% dei costi attuali, incidendo per esempio sul costo esorbitante dei medicinali, sui trattamenti superflui e sull’introduzione della cartella informatizzata del paziente. Quello che invece accade oggi è che si propone di risparmiare sul personale, che si trova costantemente sotto pressione.
Nel 2020, quando imperversava la pandemia, siamo stati tutti grati alle operatrici e agli operatori sociosanitari per il loro impegno, che ha assunto in certi momenti i contorni del sacrificio. Non possiamo dimenticarcene e dobbiamo essere coscienti che senza le persone il sistema sociosanitario non può che collassare su se stesso.
Come noto, il calcolo del rincaro non comprende l’aumento del costo del premio di cassa malati, perché si tratta di un’assicurazione, che garantisce, in caso di necessità, di essere sostenuti nel pagamento di importanti spese sanitarie. Tuttavia il premio di cassa malati è diventato un cruccio per molte famiglie specialmente in Ticino, che vanta i salari più bassi della Svizzera e i premi di cassa malati più alti. Non è irrilevante notare che un terzo delle ticinesi e dei ticinesi riceve un sussidio per far fronte a questa importante spesa.
È per questo che è essenziale porre un freno ai costi: le persone e le famiglie non possono più farsi carico di un tale fardello con la consapevolezza che i premi sono in crescita costante, come avvenuto negli ultimi anni. Non ci basta più ricevere rapporti nei quali gli esperti evidenziano le possibilità di risparmio. I risparmi vanno finalmente applicati imponendo dei limiti di spesa. 
Del resto, dobbiamo riconoscere che molte persone utilizzano il sistema in modo eccessivo, richiedendo o prescrivendo trattamenti non sempre necessari. È fondamentale che ognuno di noi si impegni a utilizzare con responsabilità le risorse messe a disposizione dalla comunità.
Anche l’ACSI invita da tempo ad essere pazienti informati e a combattere la sovramedicalizzazione. Un impegno condiviso da molte associazioni di specialisti in ambito medico.
È ora di chiedere a tutti di agire in modo responsabile nei confronti della comunità, con l’obiettivo di mantenere il sistema sanitario sostenibile, forte ed efficiente per gli anni a venire.

Giorgio Fonio, candidato al Consiglio nazionale