Il sindacato OCST-Docenti si esprime sulle Direttive del DECS del 30 aprile relative alla scuola dell’obbligo e sull’Ordinanza del Consiglio federale del 29 aprile, la quale consente nuovamente l’insegnamento presenziale nella scuola dell’obbligo se attuato secondo un piano di protezione e prevede la possibilità di non svolgere alcun insegnamento in presenza a condizione che i Cantoni mettano a disposizione un’“offerta adeguata di servizi di custodia parascolastica”.

L’emergenza sanitaria non può tuttavia far dimenticare le importanti conseguenze della sentenza del 6 novembre 2019 emanata dal Tribunale Amministrativo Cantonale che giudica destituite di basi legali le modalità con cui è stata applicata la penalizzazione di due classi salariali per i docenti neoassunti tra il 1997 e il 2013. Modalità sempre criticate come inique ed osteggiate dall’OCST-Docenti (a cui lo stesso Tribunale, per la medesima fattispecie, aveva dato torto nel 2006).

Ora che si procede con la didattica a distanza l’OCST-Docenti chiede che la creatività di cui gli insegnanti di tutto il Cantone stanno dando prova nell’ideare nuovi percorsi di contatto con gli allievi (e le famiglie) e nuovi modi di insegnamento non venga apprezzata dalle autorità scolastiche solo a parole.

Occorre evitare che l’ampio e giustificato ricorso a piattaforme informatiche e ad operazioni standardizzate predefinite non si trasformi in uno strumento di pressione, attuale e futura, per omologare e per conformare la pluralità degli approcci didattici che costituisce una delle inestimabili ricchezze della professione. Come in passato, anche oggi l’OCST-Docenti continuerà a tutelare l’autonomia didattica, anche in rapporto all’uso di mezzi informatici.