L’8 marzo OCST donna-lavoro ha organizzato una serata cinema durante la quale è stato proiettato il film «C’è ancora domani» di Paola Cortellesi che il numeroso pubblico presente ha molto apprezzato e che certamente suggeriamo di vedere a coloro che non ne avessero ancora avuto l’occasione.

Si tratta di un film forte, condito di una splendida ironia, privo di sbavature, che racconta una storia, ma fornisce anche una chiave di lettura molto profonda. La trama della pellicola è centrata sulla storia di Delia (Paola Cortellesi) che vive una situazione molto dura e accanto a lei compaiono molte altre donne e tutte con un fardello comune da portare. Con il loro quotidiano impegno sorreggono la famiglia e la società, eppure sono afone, senza voce.
Nel film si toccano tanti temi di attualità: il valore del lavoro di cura, delle persone, ma anche dei luoghi in cui abitiamo, la disparità salariale, il mancato riconoscimento delle competenze sul lavoro, la violenza fisica e psicologica, la percezione del proprio valore possibile solo con la solidarietà e il sostegno degli altri.
Le molte donne presenti alla serata di OCST donna-lavoro hanno permesso anche un incontro fra generazioni: nonne, mamme e nipoti fianco a fianco hanno vissuto questo momento con grande emozione. Alla fine della proiezione ciascun partecipante ha inserito in un’urna un biglietto che conteneva una riflessione. In molti, sia donne che uomini, hanno sottolineato la forza delle donne, l’importanza del difendere e del comprendere il valore dei diritti acquisiti, primo di tutti il diritto di voto, al quale troppo spesso si rinuncia. «Stringete le schede come fossero biglietti d’amore», disse nel 1946 la giornalista Anna Garofalo, citata alla fine del film.
«Un film che mi ha aiutata, in quanto giovane, a capire quanto è stato conquistato e quanto resta ancora da fare», ha scritto una partecipante, ma in molte riconoscono certi atteggiamenti del film anche nella realtà odierna. «Dal dopoguerra le diseguaglianze sono diminuite ma troppo lentamente e c’è ancora molto da fare per raggiungere la parità», osserva qualcuno. Altre persone esprimono invece gratitudine per chi ha lottato in passato e sentono la necessità di continuare a impegnarsi. «Indipendenza economica e far tornare le donne alle urne il più possibile», sottolinea infine una partecipante.
Un grande grazie a tutte coloro che hanno voluto condividere questo momento e un invito a tutte e a tutti a impegnarsi, giorno dopo giorno per quelle «cose ovvie, per le quali dobbiamo lottare e rischiare tutto», come abbiamo letto su un biglietto.
OCST donna-lavoro continua con tenacia il suo impegno in favore della parità salariale e a combattere contro le troppe discriminazioni ancora presenti nella nostra società.

Davina Fitas