Importanti novità per quanto concerne i previsti 110 licenziamenti di Mikron annunciati il 17 aprile. Dopo un grande lavoro da parte della Commissione aziendale in collaborazione con la direzione e le parti sociali, si è arrivati al licenziamento di 47 persone e alla riduzione della percentuale lavorativa (stimata mediamente intorno al 25%) di altri 57 dipendenti.
Nel comunicato diramato da Mikron mercoledì 20 maggio si scopre che le riduzioni di personale interessano anche la sede di Rottweil in Germania (50 i licenziamenti in loco) come pure la sede di Berlino. Le motivazioni addotte da Mikron sono quelle che già erano emerse a metà aprile ossia «a causa del pesante crollo della domanda di beni d’investimento nell’industria automobilistica, inasprito dalla pandemia di Covid-19».
 
Il lavoro della Commissione
Come riconosciuto pure dalla direzione di Mikron un gran lavoro è stato fatto dalla Commissione aziendale di cui Matteo Turazzi ne è presidente. Lo abbiamo contattato per capire nei dettagli come si è svolto il lavoro della commissione aziendale.
«Una volta appreso dei licenziamenti in aprile, ci siamo immediatamente attivati. Vista anche la difficile situazione legata al Covid-19 non è stato facile aprire una discussione con i colleghi. Dapprima abbiamo inviato un comunicato interno in cui avvertivamo riguardo la nostra disponibilità come commissione. Successivamente abbiamo creato un indirizzo email dove era possibile inviare proposte, domande ecc. Infine ovviamente ci siamo messi in contatto pure con la direzione.
La discussione principale alla quale hanno preso parte circa 70 colleghi si è svolta «online», dopo di che abbiamo ricevuto una sorta di mandato per discutere con la direzione di tutto quanto emerso.
In seguito con la dirigenza abbiamo cercato di definire i dettagli portando e puntando sulle proposte emerse dalle discussioni con i colleghi. In Mikron ci sono profili di alto livello, disperdere il know-how sarebbe controproducente. Con le riduzioni di percentuale lavorativa abbiamo invece la possibilità, qualora la situazione economica migliorasse, di aumentarle nuovamente.
Ci tengo a sottolineare che la proposta di ridurre la percentuale di impiego per salvare alcuni posti è giunta anche dai dipendenti stessi. Un gesto di solidarietà non certo scontato al giorno d’oggi».
 
G. Donini
 

 
È terminato il primo step (periodo di consultazione) che ha visto la direzione aziendale fornire alla rappresentanza del personale tutte le informazioni utili a questo proposito, più precisamente:
 motivi del licenziamento;
 numero delle persone coinvolte; 
 numero di dipendenti impiegati normalmente e sul periodo durante il quale sono previsti licenziamenti. 
La direzione ha dato alla rappresentanza del personale la possibilità di formulare proposte sul modo in cui poter evitare i licenziamenti o, limitarne il numero per attenuarne le conseguenze. Grazie all’ottimo lavoro svolto dai colleghi della commissione interna (si veda a lato) il numero iniziale delle persone toccate dalla disdetta è potuto così ridimensionarsi. Dalle iniziali 110 persone che avrebbero dovuto perdere il proprio posto di lavoro, alla fine le maestranze che hanno ricevuto la disdetta si sono ridotte a 47 unità, altri 57 collaboratori saranno per contro solo toccati da una riduzione della loro attività lavorativa con una percentuale variabile tra il 20 e il 50%. Questa soluzione permetterà alle persone toccate comunque di restare in azienda, così da sperare che nel caso di una ripresa dell’attività lavorativa, ora ai minimi termini, di poter avere nuovamente un aumento della propria attività lavorativa.
 
Secondo step: piano sociale
Chiediamo poi che il piano sociale che dovrà essere messo, ancora nei prossimi giorni, in discussione sia adeguato al danno subito e consideri la condizione delle famiglie che, in un momento drammatico come questo, nel quale il mercato del lavoro non offre molte opportunità di ricollocamento, perdono un reddito importante. 
Ocst chiederà «vere» misure di accompagnamento. Accanto a un sostegno economico (indennità di uscita) che dovrà tenere in considerazione età, anni di lavoro e carico famigliare, il piano sociale dovrà riservare anche la possibilità di misure di sostegno al ricollocamento, in primis tramite aziende del gruppo Mikron, o collocamento presso fornitori esterni o altri mercati e settori in Ticino e in Svizzera. Non dovrà mancare l’elaborazione di misure specifiche per il tramite di una società di outplacement specializzata in misure di sostegno alla ricollocazione.
L’OCST si è reso immediatamente disponibile per rispondere alle esigenze di lavoratrici e lavoratori colpiti dal licenziamento, da subito è disponibile anche per un concreto aiuto nell’ambito della ricerca di un nuovo posto di lavoro.
 
Terzo step: riorganizzazione dei «piani alti»
Purtroppo qua non si è visto ancora nulla, ci riferiamo a una «riorganizzazione», non più rimandabile della struttura Mikron che interessi principalmente i «piani alti».
Il personale di Agno, non solo quello che perderà il proprio posto di lavoro ma soprattutto quello che continuerà ad operare in azienda è stanco, rassegnato e sfiduciato, in poche parole non crede più nel futuro di questa importante azienda che da decenni segna, tra alti e bassi, il panorama industriale ticinese. L’adattamento in corso della struttura nonché nuovi investimenti sugli stabili di Agno ormai non bastano più! A pagare dazio negli ultimi anni sono stati sempre e solo le maestranze, insomma quelle che eseguivano ordini e strategie da altri imposti. Mai hanno pagato, in passato come anche in questa recente riorganizzazione, coloro che a livello di management hanno portato l’azienda ad adattare più volte capacità e strutture con licenziamenti di numerose persone in aggiunta a ripetuti esercizi di bilancio negativi. Il personale di Mikron parla di evidenti errori a livello gestionale così come nell’ambito della ricerca e sviluppo che non possono più essere sottaciuti.
Semplificare le strutture del gruppo ed adeguarsi alle mutate condizioni di mercato potrà avvenire solo con un personale pronto ad accettare e sposare la nuova filosofia aziendale, le maestranze oggi non credono più che il futuro aziendale di Mikron possa continuare lasciando, ancora una volta, immutata l’attuale dirigenza. 
Un cambiamento è pertanto richiesto e necessario, non c’è in ballo solo una delle tante -troppe- riorganizzazioni aziendale ma anche il futuro stesso di Mikron Agno.
 
Giovanni Scolari