Il Comitato direttivo OCST ha deciso di sostenere la proposta di introdurre nella Costituzione del Cantone Ticino il principio della sussidiarietà, in votazione il prossimo 9 febbraio.
La modifica all’art. 4 della Costituzione, che precisa come “Lo Stato persegue i suoi scopi nel rispetto del principio della sussidiarietà”, è stata presentata dal Consiglio di Stato e approvata dal Gran Consiglio e ora, come tutte le modifiche costituzionali, viene sottoposta al voto popolare.
Come indicato nell’opuscolo informativo emanato dal Governo, il principio della sussidiarietà “prevede che le prestazioni erogate al cittadino devono competere alle autorità territorialmente più prossime”. Per contro “se l’erogatore del servizio non è in grado di svolgere da sé i compiti attribuitigli, a titolo sussidiario subentrano altri livelli istituzionali”. Questa definizione di “sussidiarietà verticale” è alla base della costruzione del nostro Paese e delle relazioni tra comuni, cantoni e Confederazione. La forte autonomia dei comuni e dei cantoni e il ruolo sussidiario del livello istituzionale superiore sono risultati fonte di successo per la Svizzera.
La Sussidiarietà, oltre che “verticale”, è pure di natura “orizzontale” ed è da sempre riferimento per la Dottrina sociale della Chiesa che l’annovera tra i quattro principi fondamentali accanto alla dignità della persona, al bene comune e alla solidarietà. In base a tale principio, come indicato al punto 186 del Compendio della Dottrina sociale della Chiesa, “tutte le società di ordine superiore devono porsi in atteggiamento di aiuto («subsidium») - quindi di sostegno, promozione, sviluppo - rispetto alle minori. In tal modo, i corpi sociali intermedi possono adeguatamente svolgere le funzioni che loro competono, senza doverle cedere ingiustamente ad altre aggregazioni sociali di livello superiore, dalle quali finirebbero per essere assorbiti e sostituiti e per vedersi negata, alla fine, dignità propria e spazio vitale”.
Così definito, il principio di sussidiarietà costituisce la base su cui poggia la tutela e la promozione della dignità umana poiché proprio con la sua applicazione si chiede che le società di ordine superiore si pongano in atteggiamento di aiuto, sussidio, sostegno e sviluppo rispetto a quelle di ordine minore.
Sussidiarietà come riferimento per i cosiddetti “corpi sociali intermedi” ossia la famiglia, le comunità, le associazioni professionali che possono svolgere le loro funzioni a beneficio di tutta la collettività. Ed è proprio a partire da questa impostazione che sono sorte inizialmente le organizzazioni di mutuo soccorso a favore di operai ed in seguito i sindacati. Anche l’Organizzazione cristiano-sociale ticinese poggia la sua attività su questo concetto ed è dunque naturale, essendo espressione del principio di sussidiarietà, sostenere la proposta di introdurlo nella Costituzione cantonale come è già previsto nella Costituzione federale.
Il benessere dei cittadini è un compito di tutti, ma certamente anche lo Stato deve fare la sua parte. Lo Stato si pone come regolatore in tema di livelli essenziali di assistenza, di sostegno ai cittadini e di rispetto delle leggi. Sostenere il principio di sussidiarietà, come è chiaramente emerso nel corso della discussione avuta nel Comitato direttivo OCST, non deve dunque essere visto o utilizzato per ridurre l’importanza dei servizi resi dallo Stato.
Non dunque una riduzione o smantellamento dello Stato ma una sua corretta collocazione che lo vede intervenire direttamente in via sussidiaria a sostegno dei cittadini e dei corpi intermedi.