Nella sua lettera agli associati del 1. dicembre, GastroTicino informa delle nuove direttive in materia Covid19. Posto che il sindacato OCST condivide pienamente l’importanza del vaccino, che sta dimostrando di essere un elemento centrale per superare la crisi, pone alcuni dubbi sul tono dello scritto.
Proporre il licenziamento come prima soluzione al problema delle lavoratrici e dei lavoratori non vaccinati è certamente eccessivo e sproporzionato. Il riferimento deve rimanere la linea dell'autorità federale, cioè di non imporre il vaccino.
Il fatto che il non essere vaccinato implichi dei disagi per le colleghe e i colleghi di lavoro, può essere certamente vero, ma non è determinante per prendere una decisione così drastica. È del resto evidente che è sproporzionato intimare il licenziamento ad un dipendente per evitare agli altri il fastidio della mascherina, alla quale siamo ormai abituati, e la quale è imposta quotidianamente ad una buona fetta della società, pensiamo per esempio a chi lavora nel settore sociosanitario o a chi opera o studia nelle scuole.
Inoltre l’eventuale malattia non può pregiudicare il futuro professionale di una persona, che peraltro e verosimilmente, a parte il vaccino, avrà certamente altre competenze professionali.
Invitiamo dunque, in un momento difficile per tutti e nel quale sono da evitare le barricate e le divisioni, ad aprire un dialogo con le dipendenti e i dipendenti e di giungere a dei compromessi, piuttosto che agire in maniera avventata.