L’inquadramento giuridico del telelavoro effettuato dai frontalieri è un tema molto articolato in quanto genera due livelli di impatto, uno previdenziale (ovvero che riguarda i contributi pensionistici) e uno fiscale (ovvero che riguarda la tassazione del reddito da lavoro).
REGOLAMENTI GENERALI
Piano previdenziale (INPS)
In base al diritto europeo (art. 13 del Reg. CE n. 883/04 e art. 14 del Reg. CE n. 987/09), una persona residente in Italia che sottoscrive un contratto di lavoro in Svizzera può lavorare da casa al massimo per il 24,99% del tempo di lavoro previsto dal contratto stesso. Per i contratti di lavoro a tempo pieno si tratta di fatto di un giorno a settimana. In caso di superamento di questa soglia l’autorità previdenziale italiana (cioè l’INPS) acquisisce la facoltà di richiedere all’azienda svizzera l’incasso del relativo contributo in Italia, il che implicherebbe molta burocrazia oltre a maggiori oneri finanziari.
Piano fiscale (IRPEF)
In base all’Accordo tra Italia e Svizzera sulla tassazione dei frontalieri del 1974, il frontaliere residente nei Comuni di frontiera di norma paga le imposte sul reddito unicamente in Svizzera, a patto però che abbia il “rientro giornaliero”. A fronte di questo elemento, l’Agenzia delle Entrate italiana ha sentenziato che se il frontaliere dei Comuni di confine effettua anche un solo giorno di telelavoro, egli perde questo beneficio e diventa tenuto a dichiarare in Italia l’intero reddito da lavoro, con relativo incremento della tassazione complessiva (leggi qui).
Il frontaliere che non vive nei Comuni di confine è invece già tenuto in ogni caso a dichiarare in Italia ai fini fiscali il reddito da lavoro maturato in Svizzera. Per questi soggetti il telelavoro non produce pertanto impatti particolari su questo piano.
REGOLAMENTI “SPECIALI” VALIDI FINO AL 30 GIUGNO 2023
Piano previdenziale (INPS)
L’Unione Europea, in accordo con tutti gli Stati, ha deciso di sospendere il limite del 24,99% dal febbraio del 2020 fino al 30 giugno 2023. Fino a quella data è pertanto possibile fare telelavoro anche oltre il 25% del tempo di lavoro senza correre il rischio di dover pagare l’INPS in Italia.
Piano fiscale (IRPEF)
Durante la pandemia Italia e Svizzera hanno sottoscritto un “Accordo amichevole” sul telelavoro tramite il quale hanno sospeso ogni impatto di natura fiscale da febbraio 2020 al 31 gennaio 2023. L’Accordo amichevole è poi cessato in questa data per volontà del Governo italiano.
A fronte delle proteste emerse, lo stesso Governo, tramite un apposito atto parlamentare, ha però poi concesso ai frontalieri la possibilità di lavorare da casa per il 40% del tempo di lavoro senza avere impatti tributari. La norma è però transitoria in quanto resta valida solo fino al 30 giugno 2023.
In sintesi, fino al 30 giugno 2023 i frontalieri possono lavorare da casa per il 40% del tempo di lavoro senza temere impatti né di natura fiscale né di natura previdenziale.
REGOLAMENTI VALIDI DAL 1° LUGLIO 2023 al 31 DICEMBRE 2023
Piano previdenziale (INPS)
L’UE ha proclamato che a partire dal 1° luglio 2023 i singoli Stati avranno la libera facoltà di concedere ai frontalieri di lavorare da casa entro il 49,99% del tempo di lavoro senza avere impatti di natura previdenziale. La Svizzera si è già detta favorevole a questa ipotesi mentre l’Italia non si è ancora pronunciata. Fino a quando non lo farà, torneranno pertanto in vigore i “regolamenti generali” (cioè il limite del 24,99% del tempo di lavoro).
Piano fiscale (IRPEF)
Per il piano fiscale il Governo italiano ha ufficialmente prorogato la norma transitoria del 40% fino al 31 dicembre 2023, limitandone tuttavia la validità soltanto a coloro che erano già frontalieri al 31 marzo 2022 (il riferimento a questa data è molto penalizzante e discriminatoria: il sindacato ha protestato a gran voce contro questa scelta illogica senza tuttavia riuscire a correggere un processo parlamentare che era già in atto).
La Svizzera, grazie anche all’azione del sindacato, si è poi detta ufficialmente favorevole a negoziare con l’Italia un nuovo Accordo amichevole valido sul piano fiscale che possa permettere in modo stabile ai frontalieri di lavorare da casa per il 40% del tempo di lavoro senza avere impatti su questo livello. I negoziati tra i due Stati sono ancora in corso.
In sintesi, dal 1° luglio 2023 e fino al 31 dicembre 2023 i frontalieri possono lavorare da casa per il 24,99% del tempo di lavoro senza avere impatti né di natura fiscale (IRPEF) né previdenziale (INPS). Per i frontalieri assunti dopo il 31 marzo 2022 è tuttavia consigliabile non fare intere giornate di telelavoro in quanto in caso di controlli potrebbe scattare l’obbligo di pagamento dell’IRPEF; per queste persone è consigliabile pertanto effettuare due mezze giornate di telelavoro in luogo della giornata intera.
I frontalieri potranno anche lavorare da casa per un tempo compreso tra il 24,99% e il 40% del tempo di lavoro senza avere impatti di natura fiscale (IRPEF) ma con obbligo di annuncio del contratto all’INPS e pagamento del relativo contributo.