Il nostro sindacato durante questi mesi difficili non ha mai mancato di far sentire la propria voce.
Già alla fine di febbraio, quando ancora la pandemia era agli inizi, l’OCST aveva indirizzato una lettera alla Seco per chiedere agevolazioni alle imprese che facevano richiesta per il lavoro ridotto (28 febbraio). Successivamente, in data 3 marzo, è stata la volta delle richieste riguardanti le scuole. Il sindacato OCST-Docenti aveva immediatamente reagito domandando maggiori misure a tutela dei docenti ma anche degli allievi stessi e delle loro famiglie.
 
Le prime disposizioni del Consiglio di Stato e la richiesta di tutela dei lavoratori
In seguito, dopo le prime disposizioni emanate dal Consiglio di Stato il sindacato si è adoperato su più fronti con varie richieste a tutela dei lavoratori e delle lavoratrici. Iniziando dall’edilizia (richiesta di chiusura dei cantieri, 16 marzo), arrivando fino alle perplessità espresse riguardanti l’apertura dei negozi del giovedì festivo (19 marzo).
In data 18 marzo il sindacalista Paolo Coppi aveva invece sollecitato le autorità a non dimenticarsi dei lavoratori atipici che in una prima fase sembravano non rientrare tra coloro che avevano diritto ad aiuti economici. 
Dopo aver espresso soddisfazione per la chiusura di tutte le attività produttive pronunciata dal Consiglio di Stato (21 marzo) la settimana successiva in data 24 marzo i deputati OCST Fonio, Isabella e Jelmini hanno inoltrato una mozione che chiedeva maggior sostegno al personale impiegato nella lotta al Covid-19.
Il 28 marzo OCST ha sostenuto le decisioni del Consiglio Federale e del Consiglio di Stato affermando che «La chiusura di tutte le attività non necessarie ai bisogni primari della popolazione è per l’OCST fondamentale a protezione della salute delle lavoratrici e dei lavoratori, in particolare, e, in generale, di tutta la popolazione».
 
Nessun lavoratore va dimenticato!
Poi sempre Paolo Coppi è tornato sul tema dei lavoratori e delle lavoratrici temporanee che è stata la prima categoria a pagare dazio: talune aziende anziché optare per lo strumento del lavoro ridotto hanno proceduto a dei licenziamenti. Ciò ha portato il sindacalista OCST a emanare un comunicato dove si affermava «Rimangono comunque ancora parecchi margini di miglioramento e purtroppo dobbiamo costatare l’incomprensibile ostruzionismo di alcune realtà che mantengono i licenziamenti anziché inoltrare richiesta di lavoro ridotto. Deve essere chiaro che in questo momento sono la solidarietà ed il senso di responsabilità a guidare anche le scelte aziendali. Ogni agenzia che sceglie di licenziare piuttosto che ricorrere al lavoro ridotto, ha scelto di lasciare senza nessuna possibilità di sostegno le lavoratrici e i lavoratori che ha assunto condannandoli a una situazione d’insostenibile precarietà».
Più la crisi colpiva e più alcune categorie professionali sembravano tagliate fuori dagli aiuti emanati dalla Confederazione. «Il sindacato OCST chiede alla SECO e al Governo ticinese di prendere in considerazione la situazione ancora precaria di molte donne che sono assunte da privati per svolgere compiti di pulizia, babysitting o si occupano del governo della casa e in questo momento non possono lavorare» così esordiva Jelmini nel comunicato del 3 aprile nel quale si chiedeva di «Considerare la situazione ancora precaria di molte donne!».
Il 9 aprile è uscita per la prima volta un’edizione esclusivamente online del periodico dell’OCST. A cui ne faranno seguito altre due più una speciale il 1. maggio. 
Il 15 aprile il vicesegretario cantonale Gianni Guidicelli ha indirizzato una lettera al Governo per chiedere lumi riguardanti alcune situazioni verificatesi in casa anziani. 
Il 16 aprile il sindacato per voce del proprio segretario Cantonale Ricciardi esprime le prime perplessità verso l’operato del Consiglio di Stato. La diatriba riguarda le aperture previste per la settimana successiva (20-26 aprile). Secondo Ricciardi la tutela della salute dei dipendenti deve rimanere prioritaria.
Il giorno successivo è invece la Mikron a «prendersi il palcoscenico»: 110 licenziamenti nonostante le indennità di lavoro ridotto ricevute. Significativa la reazione di Giovanni Scolari, segretario regionale del Luganese: «Le ragioni per le quali si è giunti a questo triste annuncio non sono legate all’attuale crisi generata dal Coronavirus, ma sono da ricondurre a discutibili decisioni prese e progetti intrapresi dall’attuale direzione che hanno portato un’azienda che occupa 360 dipendenti, alla seconda importante ristrutturazione in pochi mesi e, oggi, a ridurre di un terzo il personale attivo nella sede di Agno».
 
Non dimentichiamoci degli apprendisti!
Altro tema portato alla ribalta dal sindacato è quello degli apprendisti. Il 23 aprile infatti Jovanovic e Isabella in un comunicato stampa fanno un appello ai datori di lavoro affinché non vengano penalizzati gli apprendisti e il numero di posti offerti.
Il giorno successivo i deputati Isabella e Ghisla, traendo spunto dall’articolo citato poco fa, inoltrano una mozione al Consiglio di Stato chiedendo appunto puntuali interventi a sostegno degli apprendisti.
 
Un primo maggio diverso
Il 29 aprile si è svolta una conferenza stampa online in sostituzione del classico evento del primo maggio che per ovvie ragioni non ha potuto avere luogo. Durante la conferenza Ricciardi ha tracciato le linee guida secondo le quali il sindacato vorrebbe si effettuasse la ripartenza economica. Il titolo della conferenza stampa è eloquente: «Ripartire: ma come? La rotta della solidarietà». E sin da subito sono chiare le intenzioni di OCST: «Per l’OCST la priorità deve restare sempre e comunque la protezione della vita e della salute, per questo è importante che i prossimi passi vengano intrapresi con la massima prudenza per evitare una seconda ondata, che – ci conferma l’autorità sanitaria – potrebbe essere più crudele della prima. La maggiore consapevolezza dei rischi deve indurre ciascuno a rispettare le regole e a mantenere un comportamento responsabile. 
Su questo punto saremo vigili e non faremo sconti alle aziende che violano le necessarie norme di sicurezza. Chiediamo alle autorità cantonali di essere inflessibili su questo punto e alle associazioni padronali di emarginare le aziende che speculano e commettono abusi, mettendo a rischio la salute di chi lavora e dell’intera comunità». Oltre al segretario cantonale hanno preso parola Gianni Guidicelli che ha parlato del settore sociosanitario, Giorgio Fonio con un intervento riguardante l’edilizia e la vendita, Giovanni Scolari per quanto concerne l’industria e Davina Fitas che oltre a presentare una serie di eventi online dedicati alle donne ha posto l’accento sull’importanza dell’occupazione femminile emersa ancor di più durante questa pandemia.
 
Riapre anche la scuola
Ci si avvia verso la fine della fase acuta, le riaperture di quasi tutte le attività economiche sono dietro l’angolo e così pure quella delle scuole (seppur in modalità diversa dall’usuale). Ecco che allora il sindacato OCST-Docenti, per voce del presidente Gianluca D’Ettorre esprime la propria posizione riguardo la ripartenza scolastica dell’11 maggio «Per una scuola in presenza, sicurezza e fiducia» è il titolo del comunicato.
Ultimo in linea di tempo ma non certo per importanza è il comunicato riguardante gli agenti di polizia dove Lorenzo Jelmini chiede un sostegno concreto anche per gli agenti di polizia, anch’essi molto sollecitati durante il lockdown e che con grande disponibilità e dedizione hanno svolto i loro compiti. 
Oltre a ciò vi è tutto il lavoro svolto dall’Ufficio frontalieri dell’OCST che con puntuali newsletter ha informato tutti gli associati e le associate riguardo le novità (non certo poche) e l’attività di questo ultimo periodo.
 
Tutti i comunicati  di OCST li potete trovare per intero su https://www.ocst.com/ultimi-comunicati-covid-19
 
G. Donini