Il 29 febbraio 2024 si è svolta la grande mobilitazione a difesa del servizio pubblico, sociosanitario e socioeducativo. La giornata è stata ricca di iniziative importanti che hanno dato l’occasione alle lavoratrici e ai lavoratori del settore di condividere preoccupazioni ed esperienze e di manifestarle anche nei confronti delle numerose persone che usufruiscono dei diversi servizi.

La giornata ha avuto inizio alle 10 con un’assemblea in streaming da Piazza del Governo alla quale hanno partecipato numerosi impiegati del settore pubblico. Alle 12, nella stessa modalità, ha avuto inizio l’assemblea dei docenti, che ha coinvolto numerosi insegnanti e gruppi nelle scuole. La discussione è stata arricchita da numerosi interventi. 
Dopo mezzogiorno, le lavoratrici e i lavoratori dei diversi settori coinvolti hanno iniziato a confluire verso Bellinzona tanto che all’assemblea online delle 15, dedicata al settore sociosanitario, la piazza si era già popolata di manifestanti muniti di striscioni. La piazza virtuale era sempre più attiva ed è stato anche possibile collegarsi e dialogare con gruppi molto numerosi riuniti nelle diverse strutture.
Alle 17, Bellinzona era letteralmente invasa da un grandissimo numero di manifestanti che chiedevano a gran voce al Governo un drastico cambio nella politica di gestione del personale. In queste pagine trovate un piccolo resoconto di quanto è stato detto e fatto quel giorno.

 

Le lavoratrici e i lavoratori hanno dimostrato la loro forza!

La giornata di mobilitazione del Servizio pubblico del 29 febbraio è stata indubbiamente un enorme successo. Un grande grazie alle lavoratrici e ai lavoratori per aver aderito in maniera così massiccia. In queste settimane sono stati i protagonisti del nostro cantone. 
Insieme abbiamo saputo sfruttare tutti gli strumenti in nostro possesso: due manifestazioni e una mobilitazione di successo che hanno coinvolto migliaia di persone; articoli di giornale, interviste, trasmissioni tv e radio; il 5 febbraio abbiamo presidiato Palazzo delle Orsoline all’inizio dei lavori e siamo entrati in tantissimi nella sala del Parlamento; abbiamo ottenuto il sostegno e l’appoggio di moltissimi datori di lavoro e associazioni e questo ci ha permesso di fare pressione, far capire l’ingiustizia di questi tagli e ottenere dei risultati positivi, in particolare la cancellazione del contributo di solidarietà e la cancellazione dei tagli ai sussidi di cassa malati. Si tratta di due traguardi importanti e tutto questo è successo grazie all’attivismo delle lavoratrici e dei lavoratori. 
Il Parlamento ha però confermato tanti altri tagli che mettono in grave difficoltà il servizio pubblico e gli enti sociosanitari e socioeducativi. È quello che abbiamo definito la «Liquidazione totale del servizio pubblico». E per questo che ci siamo mobilitati il 29 febbraio. 
Con la mobilitazione del 29 febbraio abbiamo dimostrato una volta per tutte la nostra forza. Abbiamo evidenziato che siamo in grado di fare sentire la nostra voce in maniera unitaria e utilizzando tutte le forme di espressione possibili. Il 29 febbraio tutti insieme abbiamo scioperato, ci siamo riuniti in assemblee, abbiamo condiviso momenti di riflessione sul posto di lavoro, abbiamo sfruttato appieno il potenziale della comunicazione digitale. Ci siamo trovati tutti insieme per dare vita a un grande corteo e siamo scesi in piazza per dimostrare che siamo capaci di unire le nostre forze per contrastare lo smantellamento del servizio pubblico.
Tutto ciò ci dà forza, ma è solo l’inizio di quanto ci aspetta. Ora sarà fondamentale catalizzare questa grande energia verso una nuova fase di difesa dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori del servizio pubblico, sociosanitario e socioeducativo. Adesso dobbiamo sfruttare lo slancio che abbiamo generato e combattere contro il modo inaccettabile di gestire il nostro cantone. Dobbiamo dire con forza che non accettiamo una politica che metta in contrasto i lavoratori; dobbiamo evidenziare che nel nostro cantone non ci sono privilegiati, ma solo lavoratrici e lavoratori che svolgono con passione e dignità il proprio lavoro, che però sono pagati meno, venendo addirittura vessati e beffeggiati. Dobbiamo reagire affinché le idee emerse da un certo modo di fare politica vengano affossate e non si ripetano. 
Ci battiamo per la difesa del potere d’acquisto, il voto sulla cassa pensione IPCT, il preventivo 2025, la difesa degli enti sociosanitari e socioeducativi.
Oltre a ciò, dovremo difenderci dalla volontà manifestata da alcuni partiti di smantellare completamente il settore pubblico. Negli scorsi giorni infatti, c’è chi ha rincarato la dose dichiarando di voler attaccare frontalmente i dipendenti pubblici e di riflesso le lavoratrici e i lavoratori che operano nel settore sociosanitario e socioeducativo al solo scopo di mettere le cittadine e i cittadini del nostro cantone le une contro gli altri e di peggiorare ulteriormente le condizioni di lavoro.
Dovremo quindi sfruttare tutti gli strumenti in nostro possesso per far sentire la nostra voce e combattere una narrazione politica che ha quale unico scopo quello di dividerci e rendere tutti più poveri e precari. Il 29 febbraio abbiamo riunito migliaia di persone diverse tra loro, ma unite nel voler difendere la propria dignità e i servizi che vengono offerti a tutta la popolazione. Questa è la nostra forza. 
Ora, i sindacati continueranno a lavorare per difendere i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori e contestare i tagli che sono stati imposti loro. Continueremo ad informare, a rivolgerci ai media affinché si sappia costantemente cosa accade. Da parte vostra sarà però fondamentale mantenere questo slancio, essere reattivi, curiosi, pronti a fare il vostro dovere di cittadini riversandovi, se necessario, alle urne per votare in difesa del nostro cantone. Insieme come lo siamo stati in questi difficili mesi possiamo migliorare il futuro del nostro cantone e salvaguardare il nostro mercato del lavoro.
Grazie ancora tantissimo per il sostegno e la partecipazione.

Xavier Daniel


Docenti: il carovita è solo la punta dell’iceberg

Da troppi anni ormai si accumulano ritardi e mancanze nella difesa della qualità delle nostre condizioni di lavoro. Il mancato riconoscimento del carovita è solo la goccia che sta facendo traboccare il vaso di un mancato riconoscimento più vasto!
Da troppo tempo ormai nelle scuole professionali i colleghi che devono condurre gli esami orali di maturità, davanti alla cronica penuria di periti d’esame, si rivolgono a colleghi di altre sedi per svolgere il ruolo di perito, andando ben oltre le mansioni ordinarie e sostenendo sessioni di esame che durano anche 10 ore e più.
Da troppo tempo le colleghe e i colleghi della Scuola dell’infanzia lavorano dalle 8 fino alle 16 circa senza neppure mezz’ora di pausa!
Da troppo tempo nelle scuole medie si dà per scontato che i docenti, oltre ad insegnare, devono pure essere disposti a gestire e a condurre sperimentazioni didattiche, senza congrui riconoscimenti e sgravi orari! 
Da troppo tempo ormai nella scuola si subiscono gli effetti di interventi politici che denotano scarsa conoscenza e rispetto del lavoro che vi si svolge.
Da troppo tempo nelle scuole medie si dilatano senza chiari limiti le pretese di presenza e di disponibilità dei docenti, tramite i picchetti e le supplenze, oppure con consigli di classe, collegi docenti, incontri e colloqui serali che riducono oltre modo l’indispensabile tempo di recupero prima di tornare in aula il mattino successivo.
Da troppo tempo ormai nelle scuole cantonali e comunali non si tiene conto dell’aumento smisurato di richieste di verbali, di protocolli, di preventivi e di consuntivi di attività svolte o da svolgere, di resoconti di tipo contabile, del tempo necessario a rispondere al numero crescente di e-mail che giungono da allievi e da famiglie, delle richieste di colloquio con i genitori o di confronto e di collaborazione con altre figure professionali, come logopedisti, educatori, psicomotricisti, docenti di scuole speciali…
Da troppo tempo ormai si chiedono provvedimenti speciali e individualizzati per allievi con maggiori o minori capacità oppure con altre specificità senza tener conto del lavoro e del tempo che tali misure richiedono.
Da troppo tempo ormai cresce nelle scuole la pretesa dall’alto di una collaborazione tra docenti, talvolta quasi coatta, senza un adeguato conteggio del tempo necessario a tale collaborazione.
Il mancato riconoscimento del carovita è solo la punta dell’iceberg di un mancato riconoscimento della qualità e della quantità del lavoro svolto che è molto più profondo ed esteso di quello del Preventivo 2024 e che deve finire una volta per tutte!

Gianluca D'Ettorre

 

I sindacati hanno scritto al Consiglio di Stato chiedendo un incontro per discutere una serie di misure.

Dopo l’enorme dissenso dimostrato da migliaia di dipendenti pubblici con la manifestazione e lo sciopero del 29 febbraio 2024, i sindacati hanno chiesto un incontro per discutere alcune richieste volte a trovare un punto di incontro:
- relativamente alla richiesta di riconoscimento del carovita integrale per il 2024, per avvicinare le posizioni nella discussione, chiediamo l’impegno del Governo a prevedere un’indicizzazione degli stipendi della scala cantonale in base al carovita maturato nel 2023 a partire dal 1.1.2026;
- l’impegno a riconoscere l’indennità di CHF 400.- e due giorni di libero al settore sociosanitario e universitario contrattualizzato con il Cantone, tramite un messaggio urgente che chiede il relativo credito al Parlamento, questo per evitare una crassa disparità di trattamento tra personale pubblico e personale parapubblico;
- la sospensione dell’attuazione della riduzione del 20% del personale partente nei settori non PPA in attesa dell’evasione del ricorso pendente al Tribunale federale.
- la garanzia che nel preventivo 2025 non vi saranno misure di risparmio sui dipendenti pubblici e sui contributi al settore sociosanitario e socioeducativo.