È da quarant’anni che sentiamo parlare di tagli della spesa pubblica per far quadrare il bilancio. Oggi ci chiedono di essere responsabili e di fare anche noi la nostra parte per far quadrare i conti cantonali.

In uno stato civile e avanzato che si fonda sui principi di aiuto e sussidiarietà, parlare di restrizioni di risorse allo stato sociale fa male.  Non parlateci più di socialità equa e condivisa.
Usciamo da una pandemia durante la quale abbiamo ricevuto molti applausi! Eravamo eroi! Invece ora per l’ennesima volta, siamo diventati vittime sacrificali al principio del pareggio di bilancio statale. Pare che il contenimento dei costi debba per forza passare da dei tagli su di noi che ci occupiamo della parte fragile della nostra società.
Gli eroi mangiano, hanno famiglia, si vestono, pagano una cassa malati e utilizzano dei mezzi trasporto, magari anche per andare al lavoro. Hanno il diritto a una vita dignitosa come tutti.
È difficile misurare la ricchezza che generiamo, ma è facilmente intuibile che una popolazione in buona salute, grazie al contributo del comparto sanitario, contribuisce a costruire la ricchezza del paese. Anche la formazione, la scuola dell’obbligo o la formazione professionale, partecipano a vario titolo alla ricchezza di una popolazione. Solo le persone formate sono capaci di erogare prestazioni di qualità. Nella dimensione sanitaria questo è ancor più vero. Tutti vogliono essere curati da personale formato adeguatamente! Anche i politici smemorati! La formazione continua e l’aggiornamento degli operatori sanitari sono prioritari per erogare e ricevere delle cure di qualità. Tutto questo viene oggi messo in discussione dai tagli previsti.
Nel comparto sanitario e della formazione assistiamo ad una morte professionale silente causata da carichi e condizioni di lavoro sempre più pesanti e stressanti.
L’attrattività professionale nel comparto sanitario si sta sempre più affievolendo per scarsa considerazione dei ruoli e delle funzioni. 
L’aumento dei costi nel settore sanitario e sociale non è dovuto al personale! È dovuto all’aumento dell’aspettativa di vita della popolazione. Di fronte a bisogni crescenti qual è la risposta della politica? Un taglio trasversale delle spese. È il momento di dire basta a questa perversa logica del contenimento dei costi in un settore in cui la domanda di cura aumenta!
Diciamo basta a chi considera la spesa sanitaria e la spesa nella formazione sacrificabili sull’altare del pareggio di bilancio.
Chiediamo invece, maggiori impegno politico e amministrativo per rispondere adeguatamente alle necessità di una popolazione, le quali non possono essere tradite nei bisogni e nelle aspettative.
Diciamo che è ora di mettere al centro della discussione politica, una collettiva analisi dei costi rispondendo alla necessità reale dei bisogni formativi e assistenziali della popolazione.

Stefano Padovese, infermiere anestesista e docente SSSCI

 

Solo rabbia e indignazione

Se dovessimo parlare attraverso i sentimenti che prevalgono credo emergerebbero solo rabbia e indignazione per come siamo stati trattati in questi faticosi anni, per le promesse fatte e non mantenute, ma soprattutto per come ci hanno richiesto sempre più impegno, senza aver tenuto conto che noi, non ci siamo mai fermati, non abbiamo mai avuto il tempo di recuperare e non ci siamo mai risparmiati. Porto a nome del personale sanitario delle case anziani ma anche a nome degli stessi ospiti residenti questa riflessione.
Cos’è la cosa più importante per chi esercita questa professione? Ve lo dico io: il lato umano, la relazione… quella cosa che oltre le cure dovrebbe fare la differenza. Ma dov’è finita?
È chiaro che emerge sempre più una grande discrepanza, tra la teoria in merito alla filosofia di cura e la realtà di un sistema che attraverso un esasperato controllo e una esagerata burocrazia anestetizza quella motivazione personale che è alla base della nostra scelta professionale. Oggi è già difficile poter lavorare facendo fronte a tutti i bisogni degli ospiti residenti il cui grado di dipendenza aumenta sempre di più. Con le nuove misure di riequilibrio finanziario cosa succederà? È giusto esasperare ulteriormente una categoria già stressata, demotivata per sfiducia inespressa verso il sistema sanitario? I giovani si avvicineranno ancora a questa professione? E, cosa più importante, come verranno curati gli anziani?
È giusto portare il personale a uno stato d’animo di frustrazione e impotenza dinanzi alle richieste di persone fragili e malate?
Tutto ciò porterà a un ulteriore allontanamento da questa professione e non solo.
Lasciateci lavorare con coscienza e sentimento e non con la burocrazia, ma soprattutto dateci i mezzi per farlo.

Claudia Faggi, OSS in casa anziani

22 novembre - Le misure proposte non hanno alcuna visione

Scuola - Né discriminati, né privilegiati! Il lavoro va pagato!