Le associate e gli associati OCST del Settore pubblico (docenti, funzionari di polizia, impiegati dello stato e dipendenti dell’Ospedale sociopsichiatrico cantonale) hanno partecipato alla consultazione in vista dello sciopero del prossimo 29 febbraio, esprimendosi complessivamente in favore dello sciopero, con delle differenziazioni all’interno dei settori.

Coloro che lavorano nelle scuole e presso l’Ospedale sociopsichiatrico cantonale hanno deciso a grande maggioranza di voler mantenere lo sciopero del 29 febbraio 2024. A loro si affiancheranno le lavoratrici e i lavoratori dei settori sociosanitario e socioeducativo. I dipendenti dell’amministrazione e i funzionari di polizia, che riconoscono lo sforzo fatto dal Governo, hanno invece deciso di voler manifestare il proprio dissenso mantenendo la mobilitazione generale, ma sospendendo lo sciopero. Alla luce della consultazione, OCST ha quindi deciso di mantenere la giornata di mobilitazione generale sostenendo tutte le lavoratrici e i lavoratori che vorranno esprimersi nella forma dello sciopero.

A seguito delle due manifestazioni sindacali svoltesi a Bellinzona, il Parlamento ha approvato il messaggio sulle misure di risparmio, respingendo il taglio del 2% dei salari sopra i fr. 60'000, confermando il mancato riconoscimento del rincaro ed introducendo la non sostituzione del personale partente nella misura del 20%.

Nei giorni seguenti il Governo ha nuovamente incontrato i sindacati formulando una proposta che è da ritenersi definitiva e non rinegoziabile: indennità una tantum di fr. 400 e 2,5 giorni di vacanza aggiuntivi sul calendario 2024.

A fronte di tale posizione, le lavoratrici e i lavoratori dell’Ospedale sociopsichiatrico cantonale e della scuola non ritengono soddisfacente la soluzione proposta che non riconosce il mantenimento del potere d’acquisto e non tiene conto delle situazioni specifiche delle diverse professioni. Inoltre, considerano che la decisione di non sostituire il 20% dei partenti nei settori pubblici non sottoposti a PPA equivale a un’ulteriore azione di indebolimento del servizio pubblico, lesiva delle condizioni di lavoro del personale e che non consente una presa a carico adeguata delle fasce più fragili della popolazione.

Pertanto, le lavoratrici e i lavoratori dell’Ospedale sociopsichiatrico cantonale e della scuola hanno chiesto a OCST di mantenere lo sciopero. Il resto dei dipendenti del settore pubblico ha confermato di voler manifestare per esprimere dissenso per quanto accaduto e preoccupazione per quello che si prospetta col preventivo nel 2025.

A questi si affiancano anche le operatrici e gli operatori dei settori sociosanitario e socioeducativo. Essi sono i grandi dimenticati dalle discussioni parlamentari e dal Consiglio di Stato. I tagli decisi hanno infatti privato le istituzioni sociosanitarie e socioeducative delle risorse necessarie per concedere il rincaro, se non addirittura ridotto la massa salariale, accrescendo la disparità di trattamento nel settore pubblico. La riduzione del finanziamento e il prelievo dei fondi, indebolirà pericolosamente l’erogazione di prestazioni e comporterà un peggioramento della qualità dei servizi. Inoltre, il Parlamento non ha approvato un emendamento proposto dai rappresentanti sindacali che chiedeva di reintrodurre il contributo necessario al progetto di allineamento dei salari tra le case anziani e l’Ente ospedaliero cantonale concluso e sostenuto da enti finanziatori e sindacati.

OCST ritiene che questo modo di agire stia mettendo a rischio il partenariato sociale e il rispetto dei contratti collettivi. Non attribuire il giusto finanziamento agli enti sussidiati e/o ai titolari di un mandato di prestazione in un settore dove il personale è la principale risorsa, equivale a un attacco diretto alle condizioni di lavoro, ai contratti collettivi e alla sostenibilità dei servizi stessi.

Per questo è giusto continuare con la mobilitazione, che ha lo scopo di coinvolgere tutti i settori colpiti dai tagli e che vuole consentire a ognuno di esprimersi nella forma che ritiene più adeguata. La domanda che verrà posta a gran voce dai manifestanti e dagli scioperanti è se il Consiglio di Stato ritiene i propri dipendenti un costo o una risorsa. Inoltre vogliamo che, nel suo ruolo di datore di lavoro e finanziatore, lo Stato definisca con chiarezza la sua politica del personale, smettendo di imporre misure di risparmio che colpiscono ingiustamente le lavoratrici e i lavoratori.  Ecco il senso del tema della mobilitazione: “Basta con la liquidazione totale del servizio pubblico!”

OCST continuerà dunque con la sua azione di coinvolgimento del personale a partecipare alla giornata di mobilitazione generale. Il 29 febbraio, durante la giornata, saranno organizzate delle assemblee settoriali che potranno essere seguite in diretta tramite i canali social dei sindacati. La Piazza Governo sarà animata a partire dalle 16 per accogliere le lavoratrici e i lavoratori che avranno sospeso la loro attività professionale e alle 17 è previsto un corteo che partirà dalla Stazione.