Il 30 giugno giungerà formalmente a scadenza la norma transitoria voluta dal Governo italiano che ha permesso ai frontalieri di lavorare da casa per il 40% del tempo di lavoro senza temere impatti tributari.

A inizio settimana si era dato annuncio che la norma non sarebbe stata prorogata. A fronte tuttavia delle proteste montate nei giorni successivi da parte dei sindacati e delle associazioni di categoria, nella serata di ieri alti esponenti del Governo italiano hanno proclamato pubblicamente che tale norma del 40% verrà rinnovata fino al prossimo 31 dicembre.

La notizia è stata accolta con grande entusiasmo. Occorre però fare chiarezza.

La norma del 40% fu inserita in un apposito articolo del DDL relativo al nuovo Accordo sulla tassazione dei frontalieri. Tale DDL fu approvato a fine maggio ed è ancora in attesa di essere pubblicato in Gazzetta ufficiale (cosa che dovrebbe avvenire in pochi giorni). L’articolo in questione cita esplicitamente il 30 giugno come data di termine per il 40%.

Da un profilo legale per poter pertanto rendere effettiva la proroga fino a fine anno, occorrerebbe che tale articolo venisse emendato (cosa impensabile, in quanto significherebbe riaprire l’iter di ratifica dell’intero DDL).

L’altra strada possibile per stabilizzare la norma è che il Governo italiano sottoscriva con la Svizzera un apposito Accordo amichevole dove appunto si possa concordare in via bilaterale il 40% in via definitiva. La Svizzera dal canto suo ha già manifestato grandi aperture a questa ipotesi ed è pronta a trattare.

A seguito delle dichiarazioni pubbliche del Governo, appare quindi chiaro che l’Italia andrà finalmente in questa direzione e che si siederà al tavolo per firmare con la Svizzera tale Accordo amichevole chiedendo di inserire la retroattività al 1° luglio.

Tuttavia, fino a quando questo non accadrà, da un profilo strettamente formale non vi sarà nessun atto giuridico che potrà rendere effettiva la proroga al 31 dicembre. Un po’ come accade in borsa, le singole aziende da lunedì prossimo dovranno quindi scegliere se dare credito alle dichiarazioni del Governo italiano – il quale, lo ripetiamo, ha già annunciato come certo il buon esito di questo processo – ed “investire” dunque sulla retroattività del futuro Accordo amichevole o se attendere l’ufficialità dell’Accordo stesso.

Va poi specificato un ultimo punto. Affinché il 40% sia senza rischi, oltre al nuovo Accordo amichevole con la Svizzera, occorrerebbe anche che l’Italia aderisse ai nuovi regolamenti europei validi sul piano previdenziale. Senza questo passaggio – sempre da un punto di vista formale – l’INPS avrebbe infatti il potere di richiedere l’incasso del relativo contributo a tutti coloro che lavoreranno da casa per oltre il 25% del tempo di lavoro.

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